mercoledì 10 marzo 2010

"OPERA CHRISTI NON DEFICIUNT, SED PROFICIUNT"

Dalla Catechesi di Mercoledì 10 Marzo 2010 di
Sua Santità Papa Benedetto XVI

"A questo punto forse è utile dire che anche oggi esistono visioni secondo le quali tutta la storia della Chiesa nel secondo millennio sarebbe stata un declino permanente; alcuni vedono il declino già subito dopo il Nuovo Testamento. In realtà, "Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt", le opere di Cristo non vanno indietro, ma progrediscono. Che cosa sarebbe la Chiesa senza la nuova spiritualità dei Cistercensi, dei Francescani e Domenicani, della spiritualità di santa Teresa d’Avila e di san Giovanni della Croce, e così via? Anche oggi vale questa affermazione: "Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt", vanno avanti.

San Bonaventura ci insegna l’insieme del necessario discernimento, anche severo, del realismo sobrio e dell’apertura a nuovi carismi donati da Cristo, nello Spirito Santo, alla sua Chiesa. E mentre si ripete questa idea del declino, c’è anche l’altra idea, questo "utopismo spiritualistico", che si ripete.

Sappiamo, infatti, come dopo il Concilio Vaticano II alcuni erano convinti che tutto fosse nuovo, che ci fosse un’altra Chiesa, che la Chiesa pre-conciliare fosse finita e ne avremmo avuta un’altra, totalmente "altra". Un utopismo anarchico!

E grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia."




General Audience, Wednesday, March 10, 2010

At this point perhaps it is useful to say that also today there are views according to which the whole history of the Church in the second millennium is a permanent decline; some see the decline already immediately after the New Testament. In reality, "opera Christi non deficiunt, sed proficiunt," the works of Christ do not go backward, but progress. What would the Church be without the new spirituality of the Cistercians, of the Franciscans and Dominicans, of the spirituality of St. Teresa of Avila and St. John of the Cross, and so on? This affirmation is also valid today: "Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt," they go forward.

St. Bonaventure teaches us the whole of the necessary discernment, even severe, of the sober realism and of openness to new charisms given by Christ, in the Holy Spirit, to his Church. And while this idea of decline is repeated, there is also the other idea, this "spiritualistic utopianism," which is repeated.

We know, in fact, how after the Second Vatican Council, some were convinced that everything should be new, that there should be another Church, that the pre-conciliar Church was finished and that we would have another, totally "other" Church. An anarchic utopianism!

And thanks be to God, the wise helmsmen of Peter's Barque, Pope Paul VI and Pope John Paul II, on one hand defended the novelty of the council and on the other, at the same time, defended the uniqueness and continuity of the Church, which is always a Church of sinners and always a place of grace.

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