Paolo Rodari
Palazzo Apostolico
DIARIO VATICANO DI PAOLO RODARI
Una fotosequenza mondiale
http://www.paolorodari.com/2009/11/03/una-fotosequenza-mondiale/
IL FOGLIO.it
Palazzo Apostolico di Paolo Rodari
Una fotosequenza mondiale
http://www.ilfoglio.it/palazzoapostolico
UNA FOTOSEQUENZA MONDIALE
C’è una fotosequenza che sta facendo il giro dei web di mezzo mondo. La trovi QUI, sull’unico blog contemplativo esistente, ovvero maranatha.it. A Viguzzolo, un comune di 2500 anime in provincia di Alessandria, è stata celebrata una messa col rito antico. La fotosequenza – bellissima – ha fatto il giro del mondo. E, dunque, merita di stare su palazzoapostolico.it.
La fotosequanza non è l’unica novità del sito. Da pochi giorni maranatha.it ha anche un blog. Eccolo QUI.
Più volte hon parlato di maranatha.it, e anche oggi ricordo che nel panorama vastissimo dei siti web d’ispirazione cattolico-religiosa, non ve n’è uno simile. Perché più che religioso è contemplativo: la contemplazione che sbarca sul web. Un’impresa a pensarci impossibile. Epppure reale.
Paolo Rodari
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Commento al post:
Viva Viguzzolo ha scritto:
Pensa, Paolo , che a Genova Bagnasco ha incaricato un laico canonista di Curia, di sovrintendere all’applicazione del Motu Proprio in Arcidiocesi: costui vieta espressamente di far foto a riti antichi celebrati a Genova (..’chè potrebbe succedere tipo Viguzzolo, diocesi di Tortona, provincia ecclesiastica del Metropolita +Angelo) , senza il suo esplicito consenso. Vietata, altresì, la celebrazione solenne (o anche solo cantata) senza sua previa autorizzazione, come pure l’aggiunta di musica/canto -anche puramente liturgici, persino il gegoriano stesso..!- . Ogni celebrazione che non sia strettamente privata e a porte chiuse, va notificata e/o pattutita con tale figura (che non compare in Summorum Pontificum..) …Va bene che l’Ordinario del luogo deve vigilare sulla celebrazione della Liturgia secondo le norme vigenti, ma …pubblicare sul giornale diocesano un decreto che ufficialmente incarica un laico (!) di “coordinare” la celebrazione del rito antico, pare un eccesso davvero… I fratelli di Maranathà hanno come Vescovo un ex ausiliare di Genova. Ora Bagnasco, pur nella percezione comune fedelissimo del Sommo Pontefice, non è da meno nell’inibire l’applicazione del motu proprio Summorum Pontificum nella sua arcidiocesi. Triste, ma vero.
Viva Viguzzolo ha scritto:
Pensa, Paolo , che a Genova Bagnasco ha incaricato un laico canonista di Curia, di sovrintendere all’applicazione del Motu Proprio in Arcidiocesi: costui vieta espressamente di far foto a riti antichi celebrati a Genova (..’chè potrebbe succedere tipo Viguzzolo, diocesi di Tortona, provincia ecclesiastica del Metropolita +Angelo) , senza il suo esplicito consenso. Vietata, altresì, la celebrazione solenne (o anche solo cantata) senza sua previa autorizzazione, come pure l’aggiunta di musica/canto -anche puramente liturgici, persino il gegoriano stesso..!- . Ogni celebrazione che non sia strettamente privata e a porte chiuse, va notificata e/o pattutita con tale figura (che non compare in Summorum Pontificum..) …Va bene che l’Ordinario del luogo deve vigilare sulla celebrazione della Liturgia secondo le norme vigenti, ma …pubblicare sul giornale diocesano un decreto che ufficialmente incarica un laico (!) di “coordinare” la celebrazione del rito antico, pare un eccesso davvero… I fratelli di Maranathà hanno come Vescovo un ex ausiliare di Genova. Ora Bagnasco, pur nella percezione comune fedelissimo del Sommo Pontefice, non è da meno nell’inibire l’applicazione del motu proprio Summorum Pontificum nella sua arcidiocesi. Triste, ma vero.
Viva Viguzzolo ha scritto:
Mesi fa, la pubblicazione in rete di questo video:
http://www.introiboadaltaredei.info/?p=1569
fece imbufalire (a porte dell’episcopio chiuse) la Curia arcidiocesana di Bagnasco. Così da attivare un meccanismo censorio -anche se piuttosto defilato, rispetto a qualsiasi Nogaro o Mani… dopotutto è “la diocesi di Siri” – , formalizzato anche per il futuro (e di fatto incoraggiante la delazione e instaurante se non il Terrore, almeno molta ansia fra il presbiterio e i fedeli, rispetto all’applicazione del Motu proprio.)
…E poi si dice che Genova sia un esempio di ermeneutica della continuità e di obbedienza al Sommo Pontefice! In apparenza, sì, ma in sostanza, la polpa parrocchiale e d’apparato è cattoprogressista e spiritoconciliarista (alla Gallo, Farinella…) , mentre prelati made in Genoa come Piacenza e GMarini, sono solo corteccia ’siriana’… Genova, nella realtà, è anni luce da, che so, Albenga Imperia (nonostante Oliveri e Bagnasco non provengano da pianeti diversi).
Enrico Senes ha scritto:
Gentile Rodari, una piccola nota a margine. Il Celebrante della sequenza è il Reverendo don Alberto Secci attualmente Parroco in un piccolo paesino di montagna piemontese: Vocogno di Craveggia, in Val Vigezzo (VB). Già Parroco nel centro principale della valle, Santa Maria Maggiore, era stato allontanato dal Vescovo di Novara, insieme ad altri due sacerdoti della stessa diocesi, alcuni mesi dopo la pubblicazione del Motu Proprio, perché lo aveva adottato in maniera giudicata troppo “indipendente”, ovvero celebrando le messe solo con il Rito Straordinario (la cosa aveva destato un certo scalpore ed era anche finita su qualche giornale). Ora continua a Vocogno, sempre e solamente in latino, in attesa che Roma, cui si è rivolto insieme agli altri parroci, prenda una decisione sulla loro posizione.Conosco da tempo don Alberto: vivo a Milano ma ho casa a S.ta Maria; lui ha celebrato il mio matrimonio e il battesimo di mia figlia (con l’antico rito in latino). E’ un gran prete; un curato di quelli di una volta.Un vero “pastore” del suo gregge, forse po’ rigido ma di grande fede (anche se un po’ più della virtù evangelica della prudenza forse gli sarebbe utile).Ad ogni modo, prima del motu proprio celebrava la messa con il Rito Ordinario, ma “ad deum” e con un’accuratezza che non ho mai visto altrove. E che invece solo quarant’anni fa doveva essere normale.Nelle sue messe appare evidente il senso del mistero e del sacrifico divino cui il Santo Padre ha sempre richiamato. Partecipare alle sue messe era ed è un “piacere”, che purtroppo nelle sciatte e banali celebrazioni domenicali si è ormai perso.Ciò che è senzaltro bizzarro è constatare che che i preti manifestamente ribelli e blasfemi come don Farinella vengono blanditi mentre quelli ortodossi, magari anche un po’ “fissati” ma fedeli, vengono rimossi e osteggiati.Comunque sarebbe davvero un bel personaggio per la sua videorubrica: dare voce, oltre (e giustamente) che a prelati, a qualche sacerdote veramente “in prima linea” per la difesa ella fede cattolica. Cordialità e buon lavoro.
http://www.introiboadaltaredei.info/?p=1569
fece imbufalire (a porte dell’episcopio chiuse) la Curia arcidiocesana di Bagnasco. Così da attivare un meccanismo censorio -anche se piuttosto defilato, rispetto a qualsiasi Nogaro o Mani… dopotutto è “la diocesi di Siri” – , formalizzato anche per il futuro (e di fatto incoraggiante la delazione e instaurante se non il Terrore, almeno molta ansia fra il presbiterio e i fedeli, rispetto all’applicazione del Motu proprio.)
…E poi si dice che Genova sia un esempio di ermeneutica della continuità e di obbedienza al Sommo Pontefice! In apparenza, sì, ma in sostanza, la polpa parrocchiale e d’apparato è cattoprogressista e spiritoconciliarista (alla Gallo, Farinella…) , mentre prelati made in Genoa come Piacenza e GMarini, sono solo corteccia ’siriana’… Genova, nella realtà, è anni luce da, che so, Albenga Imperia (nonostante Oliveri e Bagnasco non provengano da pianeti diversi).
Enrico Senes ha scritto:
Gentile Rodari, una piccola nota a margine. Il Celebrante della sequenza è il Reverendo don Alberto Secci attualmente Parroco in un piccolo paesino di montagna piemontese: Vocogno di Craveggia, in Val Vigezzo (VB). Già Parroco nel centro principale della valle, Santa Maria Maggiore, era stato allontanato dal Vescovo di Novara, insieme ad altri due sacerdoti della stessa diocesi, alcuni mesi dopo la pubblicazione del Motu Proprio, perché lo aveva adottato in maniera giudicata troppo “indipendente”, ovvero celebrando le messe solo con il Rito Straordinario (la cosa aveva destato un certo scalpore ed era anche finita su qualche giornale). Ora continua a Vocogno, sempre e solamente in latino, in attesa che Roma, cui si è rivolto insieme agli altri parroci, prenda una decisione sulla loro posizione.Conosco da tempo don Alberto: vivo a Milano ma ho casa a S.ta Maria; lui ha celebrato il mio matrimonio e il battesimo di mia figlia (con l’antico rito in latino). E’ un gran prete; un curato di quelli di una volta.Un vero “pastore” del suo gregge, forse po’ rigido ma di grande fede (anche se un po’ più della virtù evangelica della prudenza forse gli sarebbe utile).Ad ogni modo, prima del motu proprio celebrava la messa con il Rito Ordinario, ma “ad deum” e con un’accuratezza che non ho mai visto altrove. E che invece solo quarant’anni fa doveva essere normale.Nelle sue messe appare evidente il senso del mistero e del sacrifico divino cui il Santo Padre ha sempre richiamato. Partecipare alle sue messe era ed è un “piacere”, che purtroppo nelle sciatte e banali celebrazioni domenicali si è ormai perso.Ciò che è senzaltro bizzarro è constatare che che i preti manifestamente ribelli e blasfemi come don Farinella vengono blanditi mentre quelli ortodossi, magari anche un po’ “fissati” ma fedeli, vengono rimossi e osteggiati.Comunque sarebbe davvero un bel personaggio per la sua videorubrica: dare voce, oltre (e giustamente) che a prelati, a qualche sacerdote veramente “in prima linea” per la difesa ella fede cattolica. Cordialità e buon lavoro.