martedì 3 agosto 2010

Moralmente non vincolanti le leggi contro la vita



Intervento del cardinale Cañizares Llovera sull'aborto

Moralmente non vincolanti
le leggi contro la vita
Madrid, 2 agosto 2010.
Quando una norma "legittima" l'aborto o l'eutanasia, "cessa di essere una vera legge civile moralmente vincolante". Provvedimenti del genere, che non proteggono la vita o vanno contro di essa, "non sono rispettabili". È la ferma presa di posizione del cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che chiudendo, venerdì scorso ad Aranjuez, il corso "L'immenso valore della vita umana", organizzato dall'"Università Re Juan Carlos" in collaborazione con l'Università cattolica di Valencia, ha sottolineato che i vescovi spagnoli "si rifiutano di assecondare qualsiasi iniziativa che attenti alla vita e non danno la loro adesione a persone, istituzioni, opere o provvedimenti che vanno o cercano di andare contro la vita", poiché "non possiamo essere d'accordo con chi nega una cosa tanto fondamentale".

Per il porporato - secondo dichiarazioni riportate dall'agenzia Aci Prensa - "chi nega il diritto alla vita è contro la democrazia e porta la società verso il disastro" e "non tarderà il momento in cui ci vergogneremo dell'aborto come già abbiamo fatto con la schiavitù".

Quello di Cañizares Llovera, arcivescovo emerito di Toledo, è solo l'ultimo in ordine di tempo di una serie di interventi fatti dai presuli spagnoli dopo l'entrata in vigore, il 5 luglio, della discussa Legge sulla salute sessuale e riproduttiva e sull'interruzione volontaria di gravidanza. Una legge che, com'è noto, consente di abortire liberamente in Spagna nelle prime quattordici settimane di gestazione e, in alcuni casi, fino alla ventiduesima. Le minori di 16 e 17 anni dovranno informare, della loro decisione di abortire, i genitori o i tutori legali, certificando detto requisito davanti al medico. Nel caso in cui l'adolescente viva situazioni di violenza familiare, maltrattamento o abbandono, dovrà mettere ciò per iscritto e sarà il medico eventualmente a sollecitare un'indagine psicologica o la consulenza degli assistenti sociali. La parte della legge riguardante le minorenni è stata soggetta fino all'ultimo a modifiche, viste le perplessità presenti anche all'interno della stessa maggioranza di governo.

Nella conferenza tenuta ad Aranjuez (della quale "L'Osservatore Romano" ha riferito nell'edizione di domenica 1 agosto), il cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, si è detto preoccupato del fatto che "le società europee sono entrate in un sentiero fatale di un radicale no alla vita", chiedendosi "cosa si può sperare dal futuro di queste società se non decadenza fisica e spirituale e una progressiva scomparsa delle loro culture?". Recentemente, un altro cardinale, Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo emerito di Siviglia, ha messo a confronto l'aborto con la distruzione di un nido nel quale vivono piccoli di una specie protetta: nel secondo caso - ha detto polemicamente - si può rischiare il carcere, nel primo, cioè nel caso dell'aborto, esso viene protetto legalmente. "La persona e la vita - ha affermato - sono intoccabili dal primo momento della loro esistenza fino alla fine".

L'arcivescovo di Saragozza, Manuel Ureña Pastor, ha difeso la necessità di parlare di aborto non solo nell'ambito politico ma anche "con tutta la società", e proprio in questo senso i presuli delle diocesi aragonesi hanno firmato una lettera pastorale che proclama l'intangibilità della vita umana. Anche per l'arcivescovo di Valencia, Carlos Osoro Sierra, la difesa della vita è "un'esigenza sociale" e ha avvertito che "alla base delle legislazioni che presentano la vita come una minaccia, può notarsi un forte egoismo", invitando a ripartire dal comandamento "non uccidere". Mentre l'arcivescovo di Toledo, Braulio Rodríguez Plaza, è vicino al pensiero di Cañizares Llovera quando afferma che la nuova legge sull'aborto dovrà "sempre fare i conti con l'opposizione della Chiesa", concludendo che "mai lo Stato potrà dire che si tratta di una legge giusta".

Aci Prensa ricorda anche una recente dichiarazione del presidente della Pontificia accademia per la vita, Ignacio Carrasco de Paula, che ha denunciato l'"insensibilità morale" della legge, che presenta l'aborto come un diritto e che, pertanto, è "un assurdo".

(©L'Osservatore Romano - 2-3 agosto 2010)