venerdì 6 agosto 2010

SAN DOMENICO, SACERDOTE - 8 AGOSTO



8 AGOSTO
SAN DOMENICO
Sacerdote. Fondatore dell'Ordine dei Predicatori (1170?-1221) Memoria


Domenico di Guzman, canonico spagnolo, scoprì a 35 anni il grave problema missionario in terre cristiane attaccate dall’eresia. Incaricato da papa Innocenzo III di una missione contro l’eresia albigese nella Francia dei Sud, con tenacia, bontà, fede illuminata, umiltà, riuscì ad ottenere molte conversioni. Volle allora avere dei collaboratori coraggiosi e dotti: fondò così i Frati Predicatori, liberi da ogni ingerenza politica, modelli di povertà, ben fondati nella fede e affabili nei modi. Egli diede grande importanza allo studio teologico e alla povertà della vita, ma senza i rigorismi che sono causa d’inconvenienti. Fu apostolo del Rosario per la difesa della fede tra il popolo; fu pellegrino e missionario instancabile. Morì il 6 agosto 1221 fra i suoi, a Bologna, dove è sepolto. Ad essi raccomandò: « Abbiate la carità, conservate l’umiltà, accumulatevi i tesori della santa povertà ». Egli è il modello di chi annuncia la Parola di Dio. I Domenicani sono sempre stati nella Chiesa una forza apostolica di primo piano, suscitando molti santi apostoli e maestri della fede.

O parlava con Dio, o parlava di Dio

Dalla «Storia dell`Ordine dei Predicatori» (Libellus de Principiis O.P:; Acta canoniz. sancti Dominici; Monumenta O.P. Mist. 16, Romae 1935, pp. 30 ss., 146-147)

Domenico era dotato di grande santità ed era sostenuto sempre da un intenso impeto di fervore divino. Bastava vederlo per rendersi conto di essere di fronte a un privilegiato della grazia.

V'era in lui un'ammirabile inalterabilità di carattere, che si turbava solo per solidarietà col dolore altrui. E poiché il cuore gioioso rende sereno il volto, tradiva la placida compostezza dell'uomo interiore con la bontà esterna e la giovialità dell'aspetto.

Si dimostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo, nelle parole e nelle opere. Durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affabile con i fratelli e con gli altri. Di notte nessuno era più assiduo e più impegnato nel vegliare e pregare.

Era assai parco di parole e, se apriva la bocca, era o per parlare con Dio nella preghiera o per parlare di Dio. Questa era la norma che seguiva e questa pure raccomandava ai fratelli.

La grazia che più insistentemente chiedeva a Dio era quella di una carità ardente, che lo spingesse a operare efficacemente alla salvezza degli uomini. Riteneva infatti di poter arrivare a essere membro perfetto del corpo di Cristo solo qualora si fosse dedicato totalmente e con tutte le forze a conquistare anime. Voleva imitare in ciò il Salvatore, offertosi tutto per la nostra salvezza.

A questo fine, ispirato da Dio, fondò l'Ordine dei Frati Predicatori, attuando un progetto provvidenziale da lungo accarezzato.
Esortava spesso i fratelli, a voce e per lettera, a studiare sempre l'Antico e il Nuovo Testamento. Portava continuamente con sé il vangelo di Matteo e le lettere di san Paolo, e meditava così lungamente queste ultime da arrivare a saperle quasi a memoria.

Due o tre volte fu eletto vescovo; ma egli sempre rifiutò, volendo piuttosto vivere con i suoi fratelli in povertà. Conservò illibato sino alla fine lo splendore della sua verginità.

Desiderava di essere flagellato, fatto a pezzi e morire per la fede di Cristo. Gregorio IX ebbe a dire di lui: «Conosco un uomo, che seguì in tutto e per tutto il modo di vivere degli apostoli; non v'è dubbio che egli in cielo sia associato alla loro gloria».