lunedì 25 ottobre 2010

Pace e libertà religiosa in Medio Oriente: così il Papa al termine del Sinodo. La nuova evangelizzazione tema dell'assemblea sinodale nel 2012


Mai rassegnarsi alla mancanza della pace. La pace è possibile. La pace è urgente. È il vibrante appello lanciato stamani da Benedetto XVI, durante la Messa conclusiva del Sinodo speciale per il Medio Oriente, celebrata nella Basilica Vaticana, alla presenza dei Padri sinodali. Nella sua omelia, il Papa ha ribadito anche la necessità di garantire “un’autentica libertà religiosa e di coscienza” e di proseguire il cammino ecumenico e il dialogo con l'islam. Poi, il Santo Padre ha annunciato il Sinodo Ordinario per il 2012, dedicato alla nuova evangelizzazione. Il Vangelo è stato letto in latino ed in greco, mentre i fedeli hanno pregato per l’abbattimento dei muri “del pregiudizio e dell’inimicizia” e per il sostegno ai “perseguitati a causa del Vangelo”. Il servizio di Isabella Piro: (AUDIO)

“Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace. La pace è possibile. La pace è urgente.”

Con queste parole forti Benedetto XVI riassume le speranze raccolte dal Sinodo per il Medio Oriente. Un Sinodo dedicato alla “comunione con Gesù e alla testimonianza del suo amore”, ricorda il Papa, in cui i vescovi hanno “condiviso le gioie e i dolori, le preoccupazioni e le speranze dei cristiani del Medio Oriente”. A loro è andata la riflessione costante dei lavori dell’Assemblea:

“Il pensiero va a tanti fratelli e sorelle che vivono nella regione mediorientale e che si trovano in situazioni difficili, a volte molto pesanti, sia per i disagi materiali, sia per lo scoraggiamento, lo stato di tensione e talvolta di paura. La Parola di Dio oggi ci offre anche una luce di speranza consolante, là dove presenta la preghiera”.

Il legame tra preghiera e giustizia diventa allora fondamentale, continua il Pontefice, perché “il grido del povero e dell’oppresso trova un’eco immediata in Dio”, che vuole intervenire “per restituire un futuro di libertà, un orizzonte di speranza”.

Poi, Benedetto XVI enumera le sfide della Chiesa cattolica nel Medio Oriente. La prima è la comunione, sia interna che esterna, che si vuole perseguire con “profonda convinzione”, favorendo anche la partecipazione dei fedeli perché si aprano “alle dimensioni della Chiesa universale”:

“Abbiamo bisogno di umiltà, per riconoscere i nostri limiti, i nostri errori ed omissioni, per poter veramente formare 'un cuore solo e un’anima sola'. Una più piena comunione all’interno della Chiesa Cattolica favorisce anche il dialogo ecumenico con le altre Chiese e Comunità ecclesiali”.

La seconda sfida riguarda la presenza dei cristiani nel Medio Oriente: è vero, dice il Papa, sono poco numerosi, ma sono portatori della Buona Novella dell’amore di Dio per l’uomo, della Parola di salvezza:

“Questa Parola di salvezza (…) è l’unica Parola in grado di rompere il circolo vizioso della vendetta, dell’odio, della violenza. Da un cuore purificato, in pace con Dio e con il prossimo, possono nascere propositi ed iniziative di pace a livello locale, nazionale ed internazionale. In tale opera, alla cui realizzazione è chiamata tutta la comunità internazionale, i cristiani, cittadini a pieno titolo, possono e debbono dare il loro contributo con lo spirito delle beatitudini, diventando costruttori di pace ed apostoli di riconciliazione a beneficio di tutta la società”.

Da troppo tempo, sottolinea Benedetto XVI, in Medio Oriente perdurano conflitti, guerre, violenze, terrorismo. La pace, dono di Dio, è anche il risultato di uno sforzo collettivo: degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali ed internazionali, perché “non bisogna mai rassegnarsi alla mancanze della pace. La pace è possibile. La pace è urgente”:

“La pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente. (…) Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda nel mondo intero”.

La terza sfida della Chiesa cattolica nel Medio Oriente, dice ancora il Papa, è la promozione di “un’autentica libertà religiosa e di coscienza”, spesso assai limitata, mentre è un diritto fondamentale della persona umana che ogni Stato è chiamato a rispettare e un contributo che i cristiani possono apportare alla società:

“Allargare questo spazio di libertà diventa un’esigenza per garantire a tutti gli appartenenti alle varie comunità religiose la vera libertà di vivere e professare la propria fede. Tale argomento potrebbe diventare oggetto di dialogo tra i cristiani e i musulmani, dialogo la cui urgenza ed utilità è stata ribadita dai Padri sinodali”.

Inoltre, per rispondere ad una “profonda esigenza” del Medio Oriente e non solo, Benedetto XVI annuncia la prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata all’evangelizzazione:

“Ho deciso di dedicare la prossima Assemblea Generale Ordinaria, nel 2012, al seguente tema: Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam - La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.

Infine, il Papa rassicura i fedeli del Medio Oriente: “Non siete mai soli – dice loro – la Santa Sede e tutta la Chiesa vi accompagnano”.

© Copyright Radio Vaticana  25/10/2010