lunedì 28 novembre 2011

Benedetto XVI al gruppo degli Ecc.mi Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America, in Visita "ad Limina Apostolorum" (26 novembre 2011)




DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AL GRUPPO DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA DEI
VESCOVI CATTOLICI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA,
IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"

Sala del Concistoro
Sabato, 26 novembre 2011

[Inglese, Italiano]

Cari Fratelli Vescovi,

saluto con affetto nel Signore tutti voi e, attraverso di voi, i Vescovi degli Stati Uniti che nel corso del prossimo anno effettueranno le loro visite ad limina Apostolorum.

I nostri incontri sono i primi dopo la mia visita pastorale del 2008 nel vostro Paese che intendeva incoraggiare i cattolici d’America sulla scia dello scandalo e del disorientamento causato dalla crisi scatenata dagli abusi sessuali negli ultimi decenni. Ho voluto riconoscere personalmente la sofferenza inflitta alle vittime e gli sforzi onesti compiuti per garantire l’incolumità dei nostri bambini e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando vengono mosse. Auspico che gli sforzi coscienziosi della Chiesa per affrontare questa realtà aiuteranno tutta la comunità a riconoscere le cause, la vera portata e le conseguenze devastanti dell’abuso sessuale e a rispondere con efficacia a questa piaga che affligge tutti i livelli della società. Per lo stesso motivo, proprio come la Chiesa si attiene giustamente a parametri precisi a questo proposito, tutte le altre istituzioni, senza eccezioni, dovrebbero attenersi agli stessi criteri.

Un secondo obiettivo, ugualmente importante, della mia visita pastorale è stato quello di esortare la Chiesa in America a riconoscere, alla luce di un panorama religioso e sociale che sta cambiando in modo clamoroso, l’urgenza e le esigenze di una nuova evangelizzazione. In continuità con questo obiettivo, nei prossimi mesi intendo sottoporre alla vostra attenzione un certo numero di riflessioni che confido troverete utili per il discernimento che siete chiamati a operare nel vostro compito di guidare la Chiesa nel futuro che Cristo sta preparando per noi.

Molti di voi hanno condiviso con me la preoccupazione per le gravi sfide a una testimonianza coerente presentate da una società sempre più secolarizzata. Tuttavia, considero significativo che vi sia anche un maggiore senso di preoccupazione da parte di molti uomini e di molte donne, indipendentemente dalle loro opinioni religiose o politiche, per il futuro delle nostre società democratiche. Osservano un crollo preoccupante delle fondamenta intellettuali, culturali e morali della vita sociale, e un senso crescente di spaesamento e di insicurezza, in particolare fra i giovani, di fronte agli ampi cambiamenti sociali. Nonostante i tentativi di tacitare la voce della Chiesa nella pubblica arena, molte persone di buona volontà continuano a guardare a essa per trarne saggezza, discernimento e sana guida nell’affrontare questa crisi di vasta portata. Il momento attuale può quindi essere visto, in termini positivi, come una esortazione a mettere in pratica la dimensione profetica del vostro ministero episcopale pronunciandovi, con umiltà ma anche con insistenza, in difesa della verità morale e offrendo una parola di speranza in grado di aprire il cuore e la mente alla verità che rende liberi.

Nello stesso tempo, la gravità delle sfide che la Chiesa in America, sotto la vostra guida, è chiamata ad affrontare nel prossimo futuro non può essere sottovalutata. Gli ostacoli alla fede e alla pratica cristiane posti da una cultura secolarizzata influenzano negativamente anche la vita dei credenti, portando a volte a quel “leggero attrito” da parte della Chiesa che avete sollevato con me durante la mia visita pastorale. Immersi in questa cultura, i credenti sono quotidianamente turbati dalle obiezioni, dalle questioni inquietanti e dal cinismo di una società che sembra aver perso le proprie radici, da un mondo in cui l’amore di Dio è divenuto freddo in così tanti cuori. L’evangelizzazione, quindi, appare non solo come un compito da intraprendere ad extra. Noi stessi siamo i primi ad avere bisogno di rievangelizzazione. Come con tutte le crisi spirituali, sia individuali sia comunitarie, sappiamo che la risposta definitiva può scaturire soltanto da un’autovalutazione rigorosa, critica e costante e da una conversione alla luce della verità della Chiesa. Solo attraverso questo rinnovamento interiore potremo discernere e soddisfare le esigenze spirituali della nostra epoca con la verità eterna del Vangelo.

Qui, non posso non esprimere il mio apprezzamento per il progresso reale che i Vescovi americani hanno fatto, individualmente e come Conferenza, nell’affrontare tali questioni e nel cooperare per elaborare una visione pastorale comune, i cui frutti si possono vedere, per esempio, nei vostri documenti recenti sulla cittadinanza dei fedeli e sull’istituzione del matrimonio. L’importanza di queste espressioni autorevoli della vostra sollecitudine comune per l’autenticità della vita e della testimonianza della Chiesa nel vostro Paese dovrebbe essere evidente a tutti.



In questi giorni, la Chiesa negli Stati Uniti sta elaborando la traduzione riveduta del Messale Romano. Sono grato dei vostri sforzi per garantire che questa nuova traduzione ispiri una catechesi permanente che evidenzi la natura autentica della liturgia e, soprattutto, il valore unico del sacrificio salvifico di Cristo per la redenzione del mondo. Un senso indebolito del significato e dell’importanza del culto cristiano può portare soltanto a un senso indebolito della vocazione specifica ed essenziale del laicato che consiste nel permeare l’ordine temporale di spirito evangelico. L’America ha un’orgogliosa tradizione di rispetto per la domenica. Questa eredità deve essere consolidata come esortazione al servizio del Regno di Dio e al rinnovamento del tessuto sociale secondo la sua verità immutabile.

Alla fine, comunque, il rinnovamento della testimonianza della Chiesa del Vangelo nel vostro Paese è legato in modo essenziale al ripristino di una visione comune e di un senso di missione da parte di tutta la comunità cattolica. So che questa è una preoccupazione vicina al vostro cuore, come rispecchiato dai vostri sforzi volti a incoraggiare la comunicazione, il dibattito e la testimonianza coerente a ogni livello della vita delle vostre chiese locali. Penso in particolare all’importanza delle università cattoliche e ai segni di un senso rinnovato della loro missione ecclesiale, come attestato da dibattiti che celebrano il decimo anniversario della Costituzione Apostolica Ex Corde Ecclesiae e da iniziative quali il simposio tenutosi di recente presso la Catholic University of America sull’attività intellettuale per la nuova evangelizzazione. I giovani hanno il diritto di ascoltare con chiarezza l’insegnamento della Chiesa e, ancora più importante, di essere inspirati dalla coerenza e dalla bellezza del messaggio cristiano cosicché a loro volta possano infondere nei coetanei un amore profondo per Cristo e per la sua Chiesa.

Cari Fratelli Vescovi, sono consapevole dei problemi numerosi, pressanti e a volte apparentemente irrisolvibili che affrontate ogni giorno nell’esercizio del vostro ministero. Con la fiducia scaturita dalla fede, e con grande affetto, vi offro queste parole di incoraggiamento e affido volentieri voi e il clero, i religiosi e i laici delle vostre Diocesi all’intercessione di Maria Immacolata, patrona degli Stati Uniti. A tutti voi imparto la mia Benedizione Apostolica quale pegno di saggezza, forza e pace nel Signore.

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