In dialogo con le religioni
per il bene comune dell'umanità
Nel dialogare con le altre religioni la Chiesa "opera per la comprensione reciproca e per il progresso del bene comune dell'umanità". Lo ha affermato il Papa nel discorso rivolto stamane, giovedì 3 marzo, al terzo gruppo di vescovi filippini in visita ad limina Apostolorum, ricevuti in udienza nella Sala del Concistoro.
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Miei cari fratelli Vescovi,
è con gioia che vi porgo il benvenuto in occasione della vostra visita ad Limina Apostolorum. Tramite voi estendo i miei cordiali saluti ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli delle vostre varie diocesi.
Il nostro incontro oggi mi offre l'opportunità di ringraziarvi collettivamente per l'opera pastorale che con amore svolgete per Cristo e per il suo popolo. Come afferma san Paolo: "E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo" (Gal 6, 9). Con queste parole, l'Apostolo incoraggia i suoi lettori a operare il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede. Egli ci presenta un doppio imperativo, che è molto appropriato al vostro ministero nelle isole centrali e meridionali dell'arcipelago delle Filippine. Dovete adoperarvi per fare il bene fra i cristiani, nonché fra i non cristiani.
A proposito dei "fratelli nella fede" che richiedono la vostra sollecitudine apostolica, la Chiesa nelle vostre rispettive regioni condivide naturalmente molte delle esigenze pastorali del resto del Paese. Fra queste, una delle più importanti è costituita dal compito della formazione catechetica permanente. La profonda pietà personale del vostro popolo deve essere alimentata e sostenuta da una comprensione profonda e dall'apprezzamento per gli insegnamenti della Chiesa in materia di fede e di morale. Infatti, questi elementi sono richiesti affinché il cuore umano dia la sua risposta esaustiva e opportuna a Dio. Mentre continuate a rafforzare la catechesi nelle vostre diocesi, non mancate di includere in essa la prossimità alle famiglie, con particolare attenzione ai genitori nel loro ruolo di primi educatori dei figli nella fede. Quest'opera è già evidente nel sostegno che offrite alla famiglia di fronte a influenze che potrebbero diminuirne o distruggerne i diritti e l'integrità. So che offrire questo tipo di formazione catechetica non è compito da poco e colgo l'opportunità per salutare le numerose suore e i catechisti laici che vi assistono in quest'importante opera.
Infatti, come Vescovi diocesani non affrontate mai alcuna sfida da soli, perché siete assistiti anzitutto dai membri del vostro clero. Insieme con voi, hanno dedicato la propria vita al servizio di Dio e del suo popolo, e a loro volta hanno bisogno della vostra sollecitudine paterna. Come ben sapete, voi e i vostri confratelli Vescovi avete il dovere particolare di conoscere bene i vostri sacerdoti e di guidarli con sincera premura, mentre i sacerdoti devono essere sempre preparati a svolgere con umiltà e fedeltà i compiti loro affidati. Con questo spirito di cooperazione reciproca per il bene del Regno di Dio, di certo "a tempo debito raccoglieremo la nostra messe" di fede.
Molte delle vostre diocesi hanno elaborato programmi di formazione permanente per i giovani sacerdoti, aiutandoli nel passare dal sistema strutturato del seminario a quello più indipendente della vita parrocchiale. Sulla stessa linea, è anche utile assegnare loro mentori scelti fra i sacerdoti più anziani, che si sono dimostrati fedeli servitori del Signore. Questi uomini possono guidare i confratelli più giovani lungo il cammino verso uno stile di vita sacerdotale maturo e ben equilibrato.
Inoltre, sacerdoti di tutte le età esigono una sollecitudine costante. Bisogna promuovere regolari giornate di raccoglimento, ritiri e convocazioni annuali nonché programmi per una educazione e una assistenza costanti per i sacerdoti che possono incontrare difficoltà. Ho fiducia nel fatto che elaborerete anche modalità per sostenere quei sacerdoti i cui incarichi li portano a essere isolati. È gratificante constatare come il Secondo Congresso Nazionale per il Clero, svoltosi durante l'Anno Sacerdotale, sia stato un'occasione di rinnovamento e di sostegno fraterno. Al fine di trarre vantaggio da questo impeto, vi incoraggio ad approfittare della celebrazione annuale del giovedì santo, in cui la Chiesa commemora il sacerdozio in modo speciale. Secondo le loro promesse solenni nell'ordinazione, ricordate ai vostri sacerdoti il loro impegno al celibato, all'obbedienza e a una dedizione sempre maggiore al servizio pastorale. Nel vivere tali promesse, questi uomini diverranno autentici padri spirituali con una maturità personale e psicologica che si svilupperà per rispecchiare la paternità di Dio.
A proposito del comandamento di san Paolo di fare il bene a quanti non sono fratelli nella fede, il dialogo con altre religioni resta una priorità alta, in particolare nelle aree meridionali del vostro Paese. Sebbene la Chiesa proclami senza posa che Cristo è la via, la verità e a vita (cfr. Gv 14, 6), rispetta tutto ciò che è vero e buono nelle altre religioni, e cerca, con prudenza e carità, di instaurare un dialogo onesto e amichevole, con i seguaci di quelle religioni, laddove è possibile (cfr. Nostra Aetate, n. 2). Nel fare questo, la Chiesa opera per la comprensione reciproca e per il progresso del bene comune dell'umanità. Vi lodo per l'opera che avete già svolto e vi incoraggio, per mezzo del dialogo che è stato instaurato, a continuare a promuovere il cammino verso la pace autentica e duratura con il vostro prossimo, senza smettere di trattare ogni persona, indipendente dal suo credo, come creata a immagine e somiglianza di Dio.
Infine, mentre lottiamo per non "stancarci di fare del bene", ci viene ricordato che il bene più grande che possiamo offrire a coloro che serviamo, ci viene dato nell'Eucaristia. Nella Santa Messa i fedeli ricevono la grazia necessaria per essere trasformati in Gesù Cristo. È incoraggiante il fatto che molti filippini partecipino alla Messa domenicale, ma questo non lasci spazio al vostro compiacimento di Pastori. È vostro compito, nonché dei vostri sacerdoti, non stancarsi mai di cercare la pecorella smarrita, garantendo che tutti i fedeli traggano vita dal grande dono offertoci nei Misteri Sacri.
Cari Fratelli Vescovi, rendo grazie al Signore per queste giornate della vostra visita nella Città di Pietro e di Paolo, durante la quale Dio ha rafforzato i nostri vincoli di comunione. Con l'intercessione della Beata Vergine Maria, possa il Signore misericordioso portare a compimento la vostra opera. Vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e imparto volentieri a voi e ai fedeli affidati alla vostra sollecitudine la mia Benedizione Apostolica, quale pegno di grazia e di pace.
(©L'Osservatore Romano - 4 marzo 2011)