mercoledì 20 aprile 2011

Giornata di preghiera per Asia Bibi. Continuano le violenze in Pakistan


Giornata di preghiera per Asia Bibi

Continuano le violenze in Pakistan


LAHORE, 19. Mentre molte comunità cristiane in vari Paesi del mondo si preparano a celebrare domani, mercoledì delle Ceneri, la speciale Giornata di preghiera per Asia Bibi e per le vittime della legge sulla blasfemia, in Pakistan si registrano nuovi attacchi. Domenica scorsa, ai fedeli della United Pentecostal Church di Gujranwala, nella regione settentrionale del Punjab, è stato anche impedito di celebrare la ricorrenza dell'entrata di Gesù a Gerusalemme.

L'iniziativa della giornata di preghiera, lanciata dalla Masihi Foundation, che si occupa anche di fornire assistenza legale ad Asia Bibi, condannata a morte in un processo dove non sono emerse prove concrete a suo carico, sta ricevendo sempre più adesioni. In Italia si terranno riunioni di preghiera per questa donna cristiana, e per le numerose vittime innocenti della legge sulla blasfemia, in molte comunità e organizzazioni di fedeli mentre a Roma, nella cappella del Parlamento italiano, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, celebrerà una Santa Messa nel corso della quale si rivolgeranno preghiere anche in suffragio di Shahbaz Bhatti, l'ex ministro cattolico pachistano per le minoranze ucciso in un attentato il 2 marzo scorso.

Domenica scorsa, riporta un comunicato dell'agenzia Fides, un'assemblea di centinaia di fedeli della United Pentecostal Church, riunita per la celebrazione della Domenica delle Palme a Guiranwala, è stata dispersa dalla polizia locale dopo che numerosi estremisti musulmani avevano contestato duramente il pastore della comunità, Eric Isaac. Il giorno prima, il religioso aveva chiesto alle autorità di decidere sulla liberazione o meno di due suoi fedeli, Mushtaq Gill e di suo figlio Farruq, arrestati perché accusati di blasfemia. La polizia di Guiranwala ha anche arrestato dodici cristiani per resistenza alle forze dell'ordine mentre questi tentavano di liberare due membri anziani della comunità presi in ostaggio dagli estremisti islamici che pretendevano la consegna nelle loro mani del pastore. I due arrestati, Anwar Khokar e suo figlio, sono rimasti ostaggio degli estremisti per diverse ore e hanno ricevuto maltrattamenti e ingiurie. I due cristiani accusati di blasfemia sono ancora detenuti e non si sa quando verranno processati.

Nel frattempo, il direttore della Masihi Foundation, Haroon Barkat Masih, ha dichiarato che "in questi ultimi incidenti a Guiranwala risulta evidente che la polizia locale ha legami di complicità con i capi dei fanatici islamici in quanto ha arrestato solo dei cristiani che, invece, sono stati vittime di un attacco". Il responsabile della fondazione ha inoltre riferito che Arif Masih, il cristiano arrestato precedentemente a Faisalabad sulla base di accuse di blasfemia, è stato rilasciato dalle autorità e le accuse rivolte contro di lui si sono dimostrate inconsistenti. Nel corso delle indagini, la polizia aveva ascoltato circa cinquanta testimoni, tutti di fede musulmana, che avevano rilasciato dichiarazioni in favore dell'accusato. Tuttavia, anche questi testimoni, benché osservanti musulmani, sono stati contestati da una folla di estremisti radunata di fronte alla sede della polizia. Molti di loro hanno ricevuto minacce e spinte nonostante la presenza di un drappello delle forze dell'ordine che non sono intervenute per proteggerli. Arif Masih si trova ora, insieme alla moglie e ai suoi figli, in una località segreta come ospite di alcuni membri della Masishi Foundation, perché c'è il timore di attentati alla sua vita.

(©L'Osservatore Romano 20 aprile 2011)