venerdì 9 settembre 2011

Il cardinale Daniel DiNardo scrive ai membri del Congresso di Washington "Appello dai vescovi degli Stati Uniti a difendere l’obiezione di coscienza"



Il cardinale Daniel DiNardo scrive ai membri del Congresso di Washington

Appello dai vescovi degli Stati Uniti
a difendere l’obiezione di coscienza

Washington, 9. Un messaggio ai membri del Congresso per sensibilizzare sulla questione della difesa della libertà di coscienza è stato inviato dal cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston, presidente del Committee on Pro-Life Activities della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). Scrive il porporato: «Recenti disposizioni rendono ancora più urgente il vostro sostegno per l’approvazione del Respect for Rights of Conscience Act, la proposta legislativa sul rispetto dei diritti di coscienza che riguarda principalmente gli operatori della sanità». Ci si riferisce alle linee guida emanate, lo scorso 3 agosto, dalla direzione del Department of Health and Human Services (Hhs).

Nel messaggio il cardinale ricorda che «la direzione dell’Hhs ha pubblicato un elenco di «servizi preventivi per le donne», che quest’ultime possono richiedere in tutte le strutture sanitarie private nazionali che devono rispettare l’obbligo di attenersi alle regole contenute nel Patient Protection and Affordable Care Act (Ppaca)», la legge di riforma del sistema sanitario approvata dal presidente Barack Obama il 23 marzo 2010. «Questo elenco — sottolinea il cardinale Daniel DiNardo — prevede interventi chirurgici per la sterilizzazione, prescrizioni di tutti i contraccettivi presenti negli elenchi del Food and Drug Administration (Fda), compresi quei prodotti farmaceutici che provocano l’aborto nel corso delle prime settimane di gravidanza».

Rivolgendosi ai membri del Congresso, il presidente del Comitato Pro Life della Conferenza episcopale statunitense dichiara che «le nuove disposizioni decise dalla direzione dell’Hhs mettono finalmente in luce il principale difetto del Patient Protection and Affordable Care Act: la mancanza di regole per impedire che questa norma legislativa possa essere usata per sopprimere i diritti di quanti, tra il personale sanitario, hanno obiezioni morali o religiose verso specifiche procedure mediche». Questa carenza di regole, secondo il porporato è tanto più evidente quando di consideri che le norme in questione prevedono poche eccezioni, per esempio «per le persone che credono che le guarigioni possano essere ottenute unicamente per mezzo di preghiere, secondo le ancestrali credenze, nell’ambito delle tradizioni tribali ancora osservate da ristretti gruppi di popolazione aborigena».

Proseguendo nel massaggio, il cardinale Daniel DiNardo sottolinea che «il rispetto dei diritti di libertà di coscienza nel campo dell’assistenza sanitaria è stato un tema che, nelle ultime quattro decadi ha sempre riscosso consensi sia dai membri democratici sia da quelli repubblicani del Congresso federale. Secondo quanto stabilito dal Church amendement del 1973, quanti lavorano nell’ambito dei programmi federali nel settore sanitario non possono essere discriminati a causa delle loro obiezioni morali o religiose verso l’aborto e gli interventi di sterilizzazione e, in alcune circostanze, verso ogni altro tipo di prestazione sanitaria che va contro i loro principi». Né soccorrono, continua il porporato, le nuove disposizioni stabilite dalla direzione del Department of Health and Human Services che prevedono eccezioni per l’obiezione di coscienza di «dipendenti religiosi»: «Queste sono regole che, in effetti, non proteggono la gran parte del personale che lavora nell’ambito delle cliniche e degli ospedali privati. Per rispettare queste nuove disposizioni contenute nell’elenco dell’Hhs, le strutture sanitarie gestite da organizzazioni cattoliche dovrebbero licenziare tutto il loro personale non religioso e, per essere del tutto conformi, dovrebbero anche rifiutare il ricovero di pazienti che dichiarano di non essere cristiani. In più, tutte le organizzazioni sanitarie cattoliche che non sono allineate alle nuove regole, dovrebbero rinunciare all’assistenza e limitare la loro missione ad “inculcare i valori religiosi”, secondo le esatte parole contenute nel testo firmato dalla direzione dell’Hhs».

Al termine del messaggio, il cardinale Daniel DiNardo afferma che «è necessario che i membri del Congresso federale provvedano a un rapido riesame del Patient Protection and Affordable Care Act per arricchirlo di maggiori garanzie al fine del rispetto dei diritti di coscienza di quanti operano nelle strutture sanitarie».

Per il porporato infine, «coloro che forniscono finanziamenti, predispongono i programmi e gestiscono le strutture sanitarie cattoliche, non possono essere costretti a violare le loro convinzioni morali e religiose. Una tale forzatura rappresenta un pericolo sia per il diritto all’assistenza sanitaria sia per la libertà di coscienza».

© L'Osservatore Romano 10 settembre 2011