venerdì 9 settembre 2011

La croce di Ground Zero simbolo di libertà e speranza



Presentata una proposta di legge per proclamarla monumento nazionale

La croce di Ground Zero
simbolo di libertà e speranza

Washington, 8. Uno dei simboli più noti e più familiari a chi negli ultimi dieci anni si è recato in visita a Ground Zero è la croce ricavata da due travi di acciaio che facevano parte della struttura delle Torri Gemelle. Ora, in vista delle cerimonie di commemorazione del decimo anniversario dell’attentato, un deputato repubblicano, Michael Grimm, ha presentato una proposta di legge per proclamare la croce monumento nazionale. Alta sei metri, la croce era inizialmente collocata vicino a una chiesa nei pressi del World Trade Center ma è stata poi trasferita presso il National September 11 Memorial and Museum, che è in corso di ultimazione nella medesima area e che sarà aperto al pubblico dal 2012. Il deputato — che ha dunque chiesto l’approvazione del «9/11 Memorial Cross National Monument Establishment Act of 2011» — ha ricordato che la croce «è divenuta simbolo di speranza e di libertà per i cittadini di New York». Con l’approvazione del provvedimento legislativo, ha dichiarato Grimm, «assicureremo che questo simbolo di libertà possa continuare a restare un riferimento, in ricordo di coloro che abbiamo perduto e di coloro che ci sono oggi».


La croce è, tuttavia, da mesi al centro di una polemica portata vanti dall’associazione American Atheists, che ha sporto denuncia alla Suprema Corte dello Stato di New York. Secondo l’organizzazione ateista l’esposizione della croce all’interno dello spazio museale, che ospiterà anche simboli della religione ebraica, costituisce una violazione della Costituzione degli Stati Uniti e della legge sui diritti civili dello Stato di New York. Il simbolo religioso, essendo esposto in un museo realizzato con i fondi pubblici, afferma American Atheists, violerebbe il principio di imparzialità dello Stato così come stabilito dalla Costituzione.


Commentando la reazione dell’associazione di atei, il deputato Michael Grimm ha osservato «di trovare biasimevole il fatto che questo gruppo disonori i sentimenti religiosi di milioni di persone con l’unico obiettivo di guadagnare l’attenzione dei media». La replica del direttore della comunicazione della associazione atei di New York, Jane Everhart, è stata che il deputato «ha diritto a esprimere la sua opinione ma non a rendere l’opinione un diritto per tutti». Recentemente, l’associazione American Atheists è nuovamente intervenuta sulla questione, chiedendo alle autorità «di non far esporre alcun simbolo religioso nel museo, se la croce resterà l’unico a essere esposto».


La croce di Ground Zero è invece per i responsabili del museo «una parte importante dell’impegno di raccontare la storia dell’11 settembre in modo che nessun altro strumento potrebbe fare».

L’American Center for Law and Justice, un’organizzazione cristiana che promuove la libertà religiosa nel mondo, ha presentato una denuncia contro le affermazioni che sono giunte dall’associazione degli atei, evidenziando che la questione sollevata «è profondamente viziata e priva di merito».

Un religioso francescano, padre Brian Jordan, in occasione della cerimonia di benedizione del trasferimento della croce nel museo, aveva affermato che «la croce è simbolo di consolazione e di conforto per tutti coloro che hanno perso i propri cari e di speranza per i vivi».

© L'Osservatore Romano 9 settembre 2011