Collocate sotto l’altare di San Sebastiano nella basilica Vaticana
le spoglie del beato Giovanni Paolo II
Il rito della reposizione
Dalle prime ore di oggi, martedì 3 maggio, i fedeli possono venerare il beato Giovanni Paolo II, sepolto sotto l’altare della cappella di San Sebastiano nella basilica Vaticana. La reposizione delle spoglie ha avuto luogo la sera di lunedì 2 maggio, con una cerimonia presieduta dal cardinale Comastri, arciprete di San Pietro.
Il personale della Fabbrica di San Pietro, dopo la chiusura della basilica, ha sistemato la bara di legno con il corpo del beato — fino a quel momento esposta alla venerazione davanti al sepolcro dell’apostolo Pietro — sotto l’altare di San Sebastiano, di fronte a quello della Presentazione della Vergine al Tempio, sotto il quale riposano le spoglie mortali di Pio X, l’ultimo Papa santo. Alle 19.20 si è mossa dalla sagrestia la processione composta da ministranti, penitenzieri, capitolari, vescovi, arcivescovi e cardinali. Dopo una prima sosta di preghiera dinanzi alla Confessione, al canto delle litanie dei santi Pontefici, la processione è giunta all’altare di San Sebastiano. Terminate le litanie, per tre volte è stata cantata l’invocazione Beate Ioanne Paule. Quindi l’arciprete ha recitato l’orazione propria del beato. Poi i sampietrini hanno sistemato una lapide di marmo bianco, con la scritta in rosso Beatus Ioannes Paulus pp. ii, chiudendo il vano sotto l’altare. Il rito si è concluso alle 19.45.
Erano presenti, tra gli altri, i cardinali Sodano, decano del Collegio, Bertone, segretario di Stato, Comastri, Re, Lajolo, Amato, Sandri, Piacenza, Coppa, e i successori di Wojtyŀa sulla sede di Cracovia, Macharski e Dziwisz; gli arcivescovi Filoni, Mamberti e Mokrzycki; il vescovo Lanzani; i monsignori Balestrero e Oder, padre Bogusław Turek, i più stretti collaboratori di Papa Wojtyŀa, le religiose del suo appartamento con madre Tobiana, i comandanti della Guardia Svizzera Pontificia e della Gendarmeria, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede e il direttore del nostro giornale. L’atto giuridico della traslazione è stato curato dalla Congregazione delle Cause dei Santi, e in particolare dai monsignori Gianpaolo Rizzotti e Giuseppe De Andrea, notai.
(©L'Osservatore Romano 4 maggio 2011)