Editoria cattolica e trasformazioni del mercato
Di fronte
alla rivoluzione della lettura
Jorge J. Fernández Sangrador
Direttore della «Biblioteca de Autores Cristianos»
Il secondo Forum mondiale dell’Unesco su cultura e industrie culturali (Focus 2011) si terrà nella città italiana di Monza. Per tre giorni, dal 6 all’8 giugno, duecento esperti, provenienti da trentasette Paesi, parteciperanno a conferenze, dibattiti e laboratori sul tema «Il libro domani: il futuro della parola scritta».
I diritti d’autore, la proprietà intellettuale, l’Iva sull’e-book e la biblioteca digitale sono fra i temi che saranno affrontati in maniera globale da editori, autori, bibliotecari, giornalisti, sociologi, politici, blogger e ricercatori.
Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che l’aumento di libri elettronici e di contenuti che si possono scaricare dalla rete sta avendo serie ripercussioni sul mercato, trasformando l’industria e condizionando non solo gli editori, ma anche gli autori e i lettori. L’Unesco si sente pertanto coinvolta dalla situazione e ha deciso di convocare Focus 2011, una piattaforma per l’analisi, il dialogo e l’esplorazione di nuove possibilità nell’ambito della comunicazione scritta.
Le case editrici cattoliche non vivono al margine di quanto avviene attorno a esse; anzi, partecipano pienamente allo stato d’inquietudine in cui si trova immerso il settore del libro. Inoltre la crisi, che è economica e culturale, ma anche religiosa, le sta colpendo proprio in questo senso. Facciamo un esempio e pensiamo alla diminuzione di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. I seminari, i noviziati e le comunità religiose, che sono stati i principali acquirenti di libri di queste case editrici, hanno smesso di esserlo nella misura in cui sono diminuite le vocazione o sono state chiuse le case di formazione.
Inoltre le librerie non specializzate spesso non offrono pubblicazioni religiose. Alcune per una scelta ben precisa: non desiderano questo tipo di prodotto. Altre perché sanno che il consumatore di simili opere cerca di acquistarle in strutture specializzate. E così i punti vendita si riducono considerevolmente.
Bisogna però anche dire che non tutti i prodotti stampati sono stati colpiti allo stesso modo dalla situazione critica che il settore editoriale attualmente attraversa. Le versioni della Bibbia, i libri liturgici, i catechismi e i testi per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole continuano a registrare i migliori indici di vendita. Queste opere sono, per le loro case editrici, finanziatrici anche di quelle che hanno maggiori difficoltà a mantenersi nel mercato, ossia i libri d’autore. Questi ultimi, quando irrompono come novità, abbagliano grazie alla pubblicità, ma sono soliti spegnersi presto. E finiscono con il perdersi fra la moltitudine delle novità di ogni sorta che giungono abitualmente nelle librerie, a meno che non siano dei classici.
Da alcuni anni, inoltre, i progressi tecnologici hanno fatto aumentare l’incertezza nel settore editoriale. Un settore che, senza essere riuscito a superare le difficoltà causate da un’acuta crisi economica e culturale, deve ora vedersela con una nuova realtà: il libro elettronico e altri strumenti pensati per fornire al lettore contenuti che fino a ora venivano proposti solo su supporto cartaceo. I nuovi strumenti, a dire il vero, sono stati accolti con entusiasmo dagli utenti che vedono in essi, come è accaduto con la musica scaricata dalla rete, un mezzo per esprimere la propria ribellione di fronte all’industria culturale.
Tuttavia il libro religioso — e ci stiamo qui riferendo espressamente a quello cattolico — che, rispetto ad altri settori del mondo editoriale, sta subendo qualche difficoltà in più, ha, nell’orizzonte elettronico, grandi opportunità. Purché le case editrici si diano da fare per adattarsi alle nuove circostanze e per superare la routine nella quale tendono ad adagiarsi.
In primo luogo è a nostro avviso fondamentale che le case editrici di confessione cattolica si associno in un unico portale in rete, attraverso il quale si facciano conoscere cataloghi, novità e notizie e si offrano i libri elettronici a quanti richiedono questo tipo di supporto. E anche quelli cartacei, che non scompariranno. E tutto ciò senza allontanarsi dalla linea editoriale che caratterizza ognuna di esse e mantenendosi fedeli alla propria identità iniziale.
Non esiste probabilmente un’altra rete, nel settore del libro, tanto articolata, definita e universale come quella delle case editrici cattoliche. E sarebbe un peccato che la frammentazione o gli interessi particolari soffocassero la creatività, lo spirito di servizio e l’impeto missionario, che, come in altre modalità dell’apostolato, devono incoraggiare anche quella del libro, sia stampato sia elettronico.
La questione del supporto è rilevante, ma lo è ancora di più quella dei contenuti. Certo, i condizionamenti tecnici sulla lettura per l’immediato futuro sono della massima importanza. La trasmissione elettronica dei testi e i modi di leggere che ciò impone rappresentano ai nostri giorni una rivoluzione della lettura, così come avvenne quando si succedettero i supporti di pietra, creta, papiro e pelle, o quando il codice sostituì il rotolo, o quando fu inventata la stampa.
La riflessione sul futuro del libro nella Chiesa non deve però includere solo considerazioni sugli strumenti. Non basta chiedersi se potremo continuare ad accarezzare le rilegature di un volume o se accederemo a tutto il sapere e a tutta la produzione scritta del passato e del presente per mezzo di un solo libro elettronico. Quel che ora risulta veramente innovativo è che i limiti in base ai quali il libro restava inalterato sono venuti meno; ora si può intervenire su di esso, modificarlo, ridurlo e glossarlo.
Quando fu inventata la stampa, la pubblicazione dei libri era controllata dal re, dalle università o lasciata in mano a stampatori riconosciuti come tali. E se nasceva una nuova idea si scriveva in un nuovo volume, lasciando sempre documentate le idee degli altri, espresse prima o contemporaneamente. Il fine di tutto ciò era la necessaria permanenza di un pensiero o di una notizia sui quali, per integrazione o in contrapposizione, si costruiva l’edificio della cultura. Con l’avvento del libro elettronico come si eserciterà questa funzione? Come si garantirà l’autenticità del testo della Parola di Dio, della preghiera della Chiesa o del catechismo?
La parola scritta, custodita nella Chiesa, deve essere trasmessa in tutta la sua purezza alle generazioni future. E bisognerebbe compiere già adesso passi decisi per chiarire come prestare questo servizio alla verità nell’universo elettronico.
(©L'Osservatore Romano 6-7 giugno 2011)