MISSALE ROMANUM
Sabato, 2 luglio 2011
FORMA ORDINARIA
Volle che tutto noi avessimo per mezzo Maria
Dai « Sermoni in lode della Vergine » di S. Bernardo abate
(Senno de aquaeductu, nn. 6-7; Opera omnia, 5 Edit. Cisterc. 1968, 278-9)
(Senno de aquaeductu, nn. 6-7; Opera omnia, 5 Edit. Cisterc. 1968, 278-9)
Scruta bene, o uomo, il disegno di Dio sapiente e buono. Per irrigare di celeste rugiada tutto il terreno, Dio volle prima impregnarne il vello (cfr. Gdc 6, 36-40): per redimere il genere umano, ne depose tutto il prezzo in Maria. E perché? Probabilmente perché Eva venisse assolta per merito della figlia e, d’ora in poi, fosse archiviata la causa dell’uomo contro la donna. Adamo, non dire più: « La donna che mi desti a compagna, mi ha dato di quel frutto » (On 3, 12). Dì, piuttosto: La donna che mi hai dato mi ha nutrito di quel frutto benedetto.
Amorevolissimo disegno di Dio! In esso si nasconde ancora qualche cosa. Perciò scrutiamo ancor più a fondo per capire quanto affetto vuole che noi nutriamo per Maria, colui il quale depose in lei la pienezza di ogni bene: affinché noi sappiamo che ogni motivo di speranza, di grazia e di salvezza ci viene da lei, che sta vicino a Dio dispensatrice di ogni delizia (cfr. Cant 8, 5).
Davvero giardino di tutti i piaceri (cfr. Cant. passim), dove il vento divino non solo spira quando arriva, ma soffia con intensità con nuova venuta, affinché rigurgitino da ogni parte i suoi aromi, ovvero i carismi delle sue grazie (cfr. Cant 4, 16). Togli pure questo sole che illumina il mondo: ed il giorno dove andrà a finire? Togli pure di mezzo Maria, questa stella del mare grande ed immenso: e che cosa ci rimarrà se non nebbia ed ombra insidiose e tenebre fittissime?
Veneriamo, dunque, con tutto l’impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri Maria: così vuole colui che tutto volle che noi avessimo per mezzo di Maria. Questa, ripeto, la sua volontà, ma per il nostro bene: in tutto e per tutto egli provvede a noi miserabili, conforta la nostra trepidazione, tiene desta la nostra fede, rafforza la nostra speranza, scaccia la nostra diffidenza, rialza la nostra pusillanimità.
Ti vergognavi di avvicinarti al Padre (cfr. Gn 3, 9), atterrito al solo sentirlo parlare, correvi a nasconderti tra le foglie: ma egli ti ha dato Gesù quale mediatore. Che cosa non otterrà un tale Figlio da un tale Padre? Egli sarà certamente esaudito « per la sua pietà » (Eb 5, 7; cfr. anche Eb 12, 28): il Padre, infatti, ama il Figlio (Gv 5, 20). Forse temi anche di avvicinare Gesù? Ma è tuo fratello e carne tua (cfr. Gn 37, 27), in tutto provato meno che nel peccato, per essere misericordioso verso di te (cfr. Eb 4, 15 e 2, 17). Questo fratello, te lo ha dato Maria. Ma può darsi che tu tema quella maestà divina che anche in lui si nasconde, perché, sebbene egli si sia fatto uomo, è rimasto egualmente Dio. Vuoi, dunque, avere un avvocato anche per accostarti a lui? Allora ricorri a Maria.
Amorevolissimo disegno di Dio! In esso si nasconde ancora qualche cosa. Perciò scrutiamo ancor più a fondo per capire quanto affetto vuole che noi nutriamo per Maria, colui il quale depose in lei la pienezza di ogni bene: affinché noi sappiamo che ogni motivo di speranza, di grazia e di salvezza ci viene da lei, che sta vicino a Dio dispensatrice di ogni delizia (cfr. Cant 8, 5).
Davvero giardino di tutti i piaceri (cfr. Cant. passim), dove il vento divino non solo spira quando arriva, ma soffia con intensità con nuova venuta, affinché rigurgitino da ogni parte i suoi aromi, ovvero i carismi delle sue grazie (cfr. Cant 4, 16). Togli pure questo sole che illumina il mondo: ed il giorno dove andrà a finire? Togli pure di mezzo Maria, questa stella del mare grande ed immenso: e che cosa ci rimarrà se non nebbia ed ombra insidiose e tenebre fittissime?
Veneriamo, dunque, con tutto l’impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri Maria: così vuole colui che tutto volle che noi avessimo per mezzo di Maria. Questa, ripeto, la sua volontà, ma per il nostro bene: in tutto e per tutto egli provvede a noi miserabili, conforta la nostra trepidazione, tiene desta la nostra fede, rafforza la nostra speranza, scaccia la nostra diffidenza, rialza la nostra pusillanimità.
Ti vergognavi di avvicinarti al Padre (cfr. Gn 3, 9), atterrito al solo sentirlo parlare, correvi a nasconderti tra le foglie: ma egli ti ha dato Gesù quale mediatore. Che cosa non otterrà un tale Figlio da un tale Padre? Egli sarà certamente esaudito « per la sua pietà » (Eb 5, 7; cfr. anche Eb 12, 28): il Padre, infatti, ama il Figlio (Gv 5, 20). Forse temi anche di avvicinare Gesù? Ma è tuo fratello e carne tua (cfr. Gn 37, 27), in tutto provato meno che nel peccato, per essere misericordioso verso di te (cfr. Eb 4, 15 e 2, 17). Questo fratello, te lo ha dato Maria. Ma può darsi che tu tema quella maestà divina che anche in lui si nasconde, perché, sebbene egli si sia fatto uomo, è rimasto egualmente Dio. Vuoi, dunque, avere un avvocato anche per accostarti a lui? Allora ricorri a Maria.