giovedì 18 agosto 2011

Benedetto XVI: Festa di accoglienza dei giovani, discorso del Santo Padre (Plaza de Cibeles, Madrid, 18 agosto 2011)

(18-21 AGOSTO 2011)

FESTA DI ACCOGLIENZA DEI GIOVANI

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Plaza de Cibeles, Madrid
Giovedì, 18 agosto 2011



Cari amici,


ringrazio per le affettuose parole che mi hanno rivolto i giovani rappresentanti dei cinque continenti. Saluto con affetto tutti coloro che sono qui radunati, giovani di Oceania, Africa, America, Asia ed Europa; e anche coloro che non sono potuti venire. Vi tengo sempre presenti e prego per voi. Dio mi ha concesso la grazia di potervi vedere e udire più da vicino, e di porci insieme in ascolto della sua Parola.


Nella lettura che è stata proclamata, abbiamo ascoltato un passo del Vangelo nel quale si parla di accogliere le parole di Gesù e di metterle in pratica. Vi sono parole che servono solamente per intrattenere e passano come il vento; altre istruiscono la mente in alcuni aspetti; quelle di Gesù, invece, devono giungere al cuore, radicarsi in esso e forgiare tutta la vita. Senza ciò, rimangono vuote e divengono effimere. Esse non ci avvicinano a Lui. E, in tal modo, Cristo continua ad essere lontano, come una voce tra molte altre che ci circondano e alle quali ci siamo già abituati. Il Maestro che parla, inoltre, non insegna ciò che ha appreso da altri, ma ciò che Egli stesso è, l’unico che conosce davvero il cammino dell’uomo verso Dio, perché è Egli stesso che lo ha aperto per noi, lo ha creato perché potessimo raggiungere la vita autentica, quella che sempre vale la pena di vivere, in ogni circostanza, e che neppure la morte può distruggere. Il Vangelo prosegue spiegando queste cose con la suggestiva immagine di chi costruisce sopra la roccia stabile, resistente agli attacchi delle avversità, contrariamente a chi edifica sulla sabbia, forse in un luogo paradisiaco, potremmo dire oggi, ma che si sgretola al primo soffio dei venti e si trasforma in rovina.

Cari giovani, ascoltate veramente le parole del Signore, perché siano in voi «spirito e vita» (Gv 6,63), radici che alimentano il vostro essere, criteri di condotta che ci assimilano alla persona di Cristo: essere poveri di spirito, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, amanti della pace. Fatelo ogni giorno con costanza, come si fa con il vero Amico che non ci defrauda e con il quale vogliamo condividere il cammino della vita. Ben sapete che, quando non si cammina al fianco di Cristo, che ci guida, noi ci disperdiamo per altri sentieri, come quello dei nostri impulsi ciechi ed egoisti, quello delle proposte che lusingano, ma che sono interessate, ingannevoli e volubili, lasciano il vuoto e la frustrazione dietro di sé.


Approfittate di questi giorni per conoscere meglio Cristo e avere la certezza che, radicati in Lui, il vostro entusiasmo e la vostra allegria, i vostri desideri di andare oltre, di raggiungere ciò che è più elevato, fino a Dio, hanno sempre un futuro certo, perché la vita in pienezza dimora già nel vostro essere. Fatela crescere con la grazia divina, generosamente e senza mediocrità, prendendo in considerazione seriamente la meta della santità. E, davanti alle nostre debolezze, che a volte ci opprimono, contiamo anche sulla misericordia del Signore, che è sempre disposto a darci di nuovo la mano e che ci offre il perdono attraverso il Sacramento della Penitenza.

Edificando sulla ferma roccia, non solamente la vostra vita sarà solida e stabile, ma contribuirà a proiettare la luce di Cristo sui vostri coetanei e su tutta l’umanità, mostrando un’alternativa valida a tanti che si sono lasciati andare nella vita, perché le fondamenta della propria esistenza erano inconsistenti. A tanti che si accontentano di seguire le correnti di moda, si rifugiano nell’interesse immediato, dimenticando la giustizia vera, o si rifugiano nelle proprie opinioni invece di cercare la verità senza aggettivi.


Sì, ci sono molti che, credendosi degli dei, pensano di non aver bisogno di radici, né di fondamenti che non siano essi stessi. Desidererebbero decidere solo da sé ciò che è verità o no, ciò che è bene o male, giusto e ingiusto; decidere chi è degno di vivere o può essere sacrificato sull’altare di altre prospettive; fare in ogni istante un passo a caso, senza una rotta prefissata, facendosi guidare dall’impulso del momento. Queste tentazioni sono sempre in agguato. È importante non soccombere ad esse, perché, in realtà, conducono a qualcosa di evanescente, come un’esistenza senza orizzonti, una libertà senza Dio. Noi, in cambio, sappiamo bene che siamo stati creati liberi, a immagine di Dio, precisamente perché siamo protagonisti della ricerca della verità e del bene, responsabili delle nostre azioni, e non meri esecutori ciechi, collaboratori creativi nel compito di coltivare e abbellire l’opera della creazione. Dio desidera un interlocutore responsabile, qualcuno che possa dialogare con Lui e amarlo. Per mezzo di Cristo lo possiamo conseguire veramente e, radicati in Lui, diamo ali alla nostra libertà. Non è forse questo il grande motivo della nostra gioia? Non è forse questo un terreno solido per edificare la civiltà dell’amore e della vita, capace di umanizzare ogni uomo?

Cari amici: siate prudenti e saggi, edificate la vostra vita sulla base ferma che è Cristo. Questa saggezza e prudenza guiderà i vostri passi, nulla vi farà temere e nel vostro cuore regnerà la pace. Allora sarete beati, felici, e la vostra allegria contagerà gli altri. Si domanderanno quale sia il segreto della vostra vita e scopriranno che la roccia che sostiene tutto l’edificio e sopra la quale si appoggia tutta la vostra esistenza è la persona stessa di Cristo, vostro amico, fratello e Signore, il Figlio di Dio fatto uomo, che dà consistenza a tutto l’universo. Egli morì per noi e risuscitò perché avessimo vita, e ora, dal trono del Padre, continua ad essere vivo e vicino a tutti gli uomini, vegliando continuamente con amore per ciascuno di noi.


Affido i frutti di questa Giornata Mondiale della Gioventù alla Santissima Vergine Maria, che seppe dire «sì» alla volontà di Dio, e ci insegna come nessun altro la fedeltà al suo divin Figlio, che seguì fino alla sua morte sulla croce. Mediteremo tutto ciò più attentamente nelle diverse stazioni della Via Crucis. Preghiamo che, come Lei, il nostro «sì» di oggi a Cristo sia anche un «sì» incondizionato alla sua amicizia, alla fine di questa Giornata e durante tutta la nostra vita. Grazie.

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