venerdì 26 novembre 2010

Conferenza Stampa di Presentazione della "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI" (26 novembre 2010)


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA

"FONDAZIONE VATICANA
JOSEPH RATZINGER - BENEDETTO XVI"


INTERVENTO DEL REV.MO MONS. GIUSEPPE ANTONIO SCOTTI

Il 1° marzo di quest’anno il Santo Padre Benedetto XVI ha disposto la nascita di una Fondazione denominata "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI" rispondendo così al desiderio manifestato da molti studiosi nel corso degli anni. Dotata di personalità giuridica canonica pubblica e civile vaticana la Fondazione ha lo scopo di promuovere ricerche e studi sul pensiero del Prof. Joseph Ratzinger, di organizzare convegni di alto valore scientifico e, infine, di premiare studiosi che si sono contraddistinti per particolari meriti nella ricerca scientifica. Questo il dato di cronaca, la notizia in senso stretto che si può trovare anche su internet cliccando " http://www.fondazioneratzinger.va/ ".

Ora, però, si può cercare di capire qualcosa di più e che fa da quadro al sobrio dato di cronaca. E qui non si può dimenticare la veglia di preghiera con il Santo Padre dello scorso 10 giugno, a conclusione dell’Anno sacerdotale. Un sacerdote della Costa d’Avorio, don Mathias Agnero, ha chiesto a Benedetto XVI: "Lei è un Papa teologo", ebbene "come non disorientarci nella nostra vita e nel nostro ministero, quando è il mondo che giudica la fede e non viceversa?"

Il Papa, cogliendo l’importanza della domanda, in quel contesto di preghiera, ha invitato i presenti a riflettere con maggior precisione sul significato della teologia e del fare teologia. In particolare ha affermato che anche oggi "c’è bisogno di una teologia che vuol conoscere di più per amore dell’amato" aggiungendo che c’è bisogno di teologi che abbiano coraggio e, per parte sua, lui vorrebbe "dire un grande grazie ai tanti teologi che fanno un buon lavoro" ponendo in risalto uno degli aspetti del lavoro teologico: "abbiamo fiducia in questo Magistero permanente della comunione dei Vescovi con il Papa".

Il senso e lo scopo della Fondazione è anzitutto quello di porre l’accento sulla teologia. E lo si vuol fare – per usare ancora le parole che Benedetto XVI ha detto in altra occasione - perché il teologo, nel suo studiare, riflettere, lavorare e vivere "viene in contatto con Colui dal quale la teologia stessa proviene: con il Dio vivente" e aiutando a conoscerlo e ad amarlo si permette all’uomo di vivere in pienezza anche in questo tempo.

Il Papa chiede ai suoi interlocutori il coraggio di porre di nuovo al centro della riflessione la questione di Dio, "il Dio vivente", come ha detto Benedetto XVI ricevendo il 25 ottobre i partecipanti al Simposio Internazionale su Erik Peterson. Parlando a braccio, in tedesco, ha affermato che "una teologia che impiega tutta la serietà storica per comprendere e studiare i testi, analizzandoli con tutta la serietà della ricerca storica, e che non li lascia rimanere nel passato, ma che, nella sua investigazione, partecipa all’autosuperamento della lettera, entra in questo autosuperamento e si lascia condurre da esso e così viene in contatto con Colui dal quale la teologia stessa proviene: con il Dio vivente. E così lo iato tra il passato, che la filologia analizza, e l’oggi è superato di per se stesso, perché la parola conduce all’incontro con la realtà. E l’attualità intera di quanto è scritto, che trascende se stesso verso la realtà, diventa viva e operante". Sono concetti che, con parole più semplici, abbiamo tutti letto in Luce del mondo là dove il Papa all’intervistatore dice "credo che oggi…il nostro grande compito sia in primo luogo quello di rimettere di nuovo in luce la priorità di Dio".

La Fondazione vuole dunque invitare gli studiosi, i teologi, i ricercatori ad essere capaci di dire che "Dio ci riguarda e che ci risponde". In questa prospettiva è interessante ascoltare di nuovo quanto ha detto il Papa ricevendo una delegazione della Facoltà Teologica dell’Università di Tubinga: "L’università, l’umanità ha bisogno di domande". E poi "Laddove non vengono più poste domande, fino a quelle che toccano l’essenziale e vanno oltre ogni specializzazione, non riceviamo più nemmeno delle risposte. Solo se domandiamo e se con le nostre domande siamo radicali, così radicali come deve essere radicale la teologia, al di là di ogni specializzazione, possiamo sperare di ottenere delle risposte a queste domande fondamentali che ci riguardano tutti. Innanzitutto dobbiamo domandare. Chi non domanda non riceve risposta. Ma, aggiungerei, per la teologia occorre, oltre il coraggio di domandare, anche l’umiltà di ascoltare le risposte che ci dà la fede cristiana, l’umiltà di percepire in queste risposte la loro ragionevolezza e di renderle in tal modo nuovamente accessibili al nostro tempo e a noi stessi. Così non solo si costituisce l’università, ma anche si aiuta l’umanità a vivere".

Fin qui, lasciando che fosse soprattutto il Papa a spiegare, si è cercato di dire il perché e il senso della "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI": quella di affrontare insieme la scommessa d’aiutare l’umanità a vivere, ben sapendo che, come si legge in Luce del mondo "essere uomini è qualcosa di grande". Ecco perché il nostro tempo ha bisogno di pensatori e studiosi capaci di porre Dio al cuore della riflessione. Come la Fondazione sta progettando di sostenere una simile scommessa tutta proiettata sul futuro, lo racconterà fra poco il card. Camillo Ruini.

Fin qui i motivi che hanno dato vita e sono al cuore dell’agire, nel prossimo futuro, della Fondazione Vaticana, di cui P. Stephan Horn dirà dei legami operativi molto stretti stabiliti con la "Joseph Ratzinger Papst Benedict XVI. – Stiftung".

Adesso, come ultima cosa, un accenno ai fondi che daranno alla Fondazione la possibilità di vivere, crescere e svilupparsi. Il Papa rispondendo a Seewald in Luce del mondo ha detto che "mai dovrebbe accadere che i beni ci dominano, che a loro assoggettiamo il bene, ma il contrario" e prima, nell’Enciclica Caritas in Veritate, aveva affermato che "La vittoria sul sottosviluppo richiede … la progressiva apertura, in contesto mondiale, a forme di attività economica caratterizzate da quote di gratuità e di comunione." (n. 39).

Ecco perché il primo, consistente contributo alla neonata Fondazione, è stato dato dallo stesso Pontefice che ha voluto mettere a disposizione buona parte dei proventi economici derivanti dai suoi diritti d’autore.

È l’inizio del capitale della Fondazione Vaticana. Altri aiuti economici, sono certo, arriveranno dalle moltissime persone che condividono, con il Papa, la convinzione che occorre aiutare l’umanità a vivere. Persone che sono fermamente convinte e che il futuro dell’uomo passa attraverso la piena e visibile cittadinanza di Dio e che occorre sostenere quegli uomini e quelle donne che hanno "l’audacia di dire: sì, l’uomo deve cercare la verità; egli è capace di verità".



INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. CAMILLO RUINI

Dopo l’intervento di Mons. Scotti, a me tocca anzitutto illustrare i compiti del Comitato Scientifico della Fondazione, precisati nell’art. 11 dello Statuto. Come sapete, il Comitato è composto dai Cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Amato, da Mons. Jean-Louis Bruguès e da Mons. Luis Francisco Ladaria, oltre che da me. Le sue competenze si articolano in tre punti: anzitutto elaborare i criteri e gli obiettivi della programmazione annuale e pluriennale delle attività della Fondazione. In secondo luogo stabilire criteri di eccellenza per l’istituzione e l’assegnazione di premi agli studiosi che si sono distinti nelle attività di pubblicazione e/o di ricerca scientifica. Organizzare, infine, iniziative di alto valore culturale e scientifico. Si tratta dunque di un organo non di governo ma piuttosto di indirizzo, il cui obiettivo fondamentale è orientare le attività della Fondazione verso "livelli di assoluta eccellenza", come è sottolineato nell’art. 2 dello Statuto, che determina lo scopo della Fondazione, precisando che essa persegue finalità scientifiche e culturali volte alla promozione e allo studio della teologia, con particolare riferimento alla Sacra Scrittura, alla Patristica e alla Teologia Fondamentale, e "si ispira all’opera e al pensiero del Prof. Joseph Ratzinger – ora Sua Santità Benedetto XVI –".

In concreto la Fondazione Vaticana, come ha già accennato Mons. Scotti, intende operare in stretta collaborazione e sinergia con la "Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI. – Stiftung", che già provvede a organizzare iniziative di sicuro valore culturale e scientifico. Perciò la Fondazione Vaticana e il nostro Comitato Scientifico si impegneranno soprattutto nell’istituzione e assegnazione di premi agli studiosi, sulla base di quei criteri di autentica eccellenza a cui lo Statuto ci richiama. Se mi è lecita una battuta scherzosa, che contiene però anche un auspicio, vorremmo che questi "Premi Ratzinger" potessero essere considerati, con il passare del tempo, qualcosa di analogo a un Premio Nobel per la teologia.

Si tratta certamente di un traguardo ambizioso, come ambiziosi sono, in generale, gli obiettivi della Fondazione, ma questa ambizione è giustificata dallo spessore dell’opera teologica di colui del quale la Fondazione porta il nome. Penso di poter esprimere un giudizio di questo genere perché sono un "fruitore" della teologia di Joseph Ratzinger fin dal lontano 1969, quando avevo appena iniziato a insegnare teologia e veniva pubblicata la versione italiana del celebre libro del Prof. Ratzinger Introduzione al cristianesimo: perciò già nell’aprile 1971, come Preside dell’Istituto Teologico di Reggio Emilia, invitavo a Reggio il Prof. Ratzinger, per parlare sia ai docenti e studenti dello Studio Teologico sia alla cittadinanza.

Quella di Ratzinger è una teologia che si muove in avanti, guarda al presente e al futuro, a partire da una straordinaria conoscenza delle origini e della storia della fede cristiana. La capacità, e vorrei dire il gusto, di tenere insieme questi due aspetti, facendo scaturire l’innovazione dall’interno della fedeltà, accomuna Joseph Ratzinger ai grandi maestri delle diverse epoche cristiane. Non per caso la Fondazione a lui dedicata dovrà avere particolare attenzione da una parte agli studi biblici e patristici, dall’altra alla Teologia Fondamentale, il cui scopo è far emergere la verità, il significato e la bellezza del cristianesimo in rapporto alla cultura e alla società del proprio tempo.

Una seconda caratteristica del teologo e del Pastore Joseph Ratzinger-Benedetto XVI è quella della "comprensibilità" del suo pensiero. La sua teologia non è scritta in "ecclesialese", e nemmeno in "teologhese", e perciò viene compresa e gustata anche da chi non è teologo. Non si tratta soltanto di quelle doti di chiarezza espositiva che presuppongono una vera padronanza delle questioni che si affrontano. La comprensibilità della teologia di Joseph Ratzinger viene anche dalla sua concretezza, dal suo senso della storia e delle realtà del nostro tempo; in ultima analisi, dall’amore per Dio e per l’uomo che è l’anima profonda di questa teologia. Perciò egli è un teologo non solo nel significato accademico e specialistico di questa disciplina, ma anche in un senso più ampio, vale a dire come colui che è in grado di dire una parola veramente "teologica" – frutto cioè della riflessione credente – sui problemi e le situazioni che toccano l’uomo di oggi e l’uomo di sempre.

Il libro-intervista Luce del Mondo è particolarmente significativo a questo riguardo. L’intervistatore conduce il Papa a parlare molto del suo ministero e dei suoi stati d’animo, ma anche in questa forma, che potremmo dire "autobiografica" e che come tale è particolarmente accessibile e stimolante, Benedetto XVI riesce a comunicare, con molta naturalezza, il nucleo vitale della sua teologia.

Concludo esprimendomi ancora come "fruitore" di questa teologia. Joseph Ratzinger, per i compiti a cui il Signore lo ha chiamato, non ha avuto la possibilità di pubblicare una trattazione sistematica dell’intera teologia, e probabilmente questa non era nemmeno la forma più adatta a un pensiero creativo e concreto come il suo. Coloro però che fanno il mestiere di teologo e intendono avvalersi dei suoi molteplici contributi si imbattono spesso nella difficoltà di reperire i libri o gli articoli in cui egli ha affrontato l’uno o l’altro argomento. Perciò la pubblicazione dell’Opera Omnia, a cui le editrici Herder e Vaticana hanno posto mano, è un’impresa di grande utilità pratica, oltre che un lavoro destinato a garantire perenne fruibilità scientifica al pensiero di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.



INTERVENTO DEL REV.DO P. DR. STEPHAN OTTO HORN, S.D.S.

Già anni prima dell’elezione del Cardinal Ratzinger al Pontificato, i suoi ex-allievi hanno avuto il pensiero di creare una Fondazione Joseph Ratzinger. Non sentivano solamente una profonda gratitudine verso il loro maestro ma anche una grande convinzione dell’importanza della sua teologia per la Chiesa. Questi motivi ci hanno spinto a fondare un Centro di documentazione e di studi ed a progettare convegni e altre attività simili per promuovere lo studio della sua teologia e di fare fecondo il suo pensiero per oggi e per il futuro.

All’incontro del Schülerkreis col Santo Padre a Castelgandolfo nel 2007 abbiamo ricevuto la sua approvazione di creare una fondazione autonoma. Il 21 dicembre dello stesso anno la fondazione fu approvata come fondazione civile con la sede a Monaco di Baviera. Già l’anno prima era nata l’idea di riunire intorno allo Schülerkreis un nuovo Schülerkreis di giovani teologi che nei loro lavori scientifici avevano studiato la sua teologia o volevano fare una analoga tesi. Così la "Fondazione Joseph Ratzinger Papa Benedetto XVI" poteva nascere in una comunità di accademici capaci di portare la fondazione verso il futuro. Come lo Schülerkreis anche il Nuovo Schülerkreis riunisce teologi di varie lingue e provenienti da diversi continenti.

La nostra fondazione ha una direzione chiara e progetti di ampio respiro. La fondazione ha lo scopo di promuovere lo studio della teologia e spiritualità di Ratzinger, di diffondere e far assimilare il suo pensiero dalla Chiesa e dalla società. In questa maniera, la sua memoria sarà preservata per il futuro.

Invece di dare ulteriori informazioni sul programma, descritto anche dal nostro Sito web (www.ratzinger-papst-benedikt-stiftung.de), voglio dare alcune informazioni sui nostri progetti.

Con l’università di Ratisbona abbiamo fatto un accordo di istituire e di sostenere una cattedra per un visiting professor nella facoltà di Teologia, durante il semestre estivo. Ciò si svolgerà per la prima volta l’anno prossimo o nell’anno seguente. A Salisburgo abbiamo realizzato già nel settembre di questo anno una "Accademia Benedetto" (Benediktakademie) per giovani scienziati. Il tema è stato "L’Europa e le sue radici cristiane". A Roma vogliamo creare un centro-studi della sua teologia e spiritualità e abbiamo fatto i primi passi in collaborazione con la Casa Balthasar – un’istituzione per il discernimento della vocazione di giovani uomini cattolici. Abbiamo raccolto anche le memorie di più di quaranta ex-allievi di Ratzinger per archiviarle. Non volevamo perdere questa fonte singolare della vita del nostro maestro.

Siamo in buone relazioni formali e personali e collaboriamo con altre istituzioni che hanno una simile finalità, specialmente con l’Istituto Benedetto XVI di Ratisbona (che ha lo scopo di fare un’edizione integrale degli scritti di J. Ratzinger) e con la Fondazione Heimathaus di Marktl.

Siamo felici di avere relazioni privilegiate con la nuova Fondazione Vaticana. Essendo noi una fondazione autonoma e civile di Monaco di Baviera, siamo grati di sviluppare nel futuro una relazione tanto speciale e una collaborazione veramente stretta con la Fondazione Vaticana.

Anche perché abbiamo entrambi uno scopo comune: lavorare per la promozione della teologia e della spiritualità di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, vista anche come fonte di inspirazione per una nuova teologia e spiritualità.

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