venerdì 12 novembre 2010

Chi siamo, noi cristiani dell’Iraq?


La testimonianza di un sacerdote iracheno,
padre Albert Hisham Naoum


I martiri della chiesa di Nostra Madre “Signora del Perpetuo Soccorso” hanno mostrato al mondo, ancora una volta, chi siamo noi, cristiani dell’Iraq, e si sono uniti ai martiri della nostra Chiesa, coloro che hanno sacrificato la loro vita, per offrirla a Cristo, nostro Signore, che ci ha insegnato a testimoniare per la risurrezione, per la vita, per il perdono, per la speranza, per l’amore, per la fede, per la gioia. Il sangue dei nostri eroi caduti, grida al mondo e a tutta l’umanita, e spinge noi cristiani dell’Iraq, ovunque siamo, a “predicare” al mondo il Cristo sofferente e risorto che vive nella nostra terra ferita.

I cristiani dell’Iraq hanno sperimentato in maniera profonda il senso della vita perché ne hanno vissuto le gioie dopo averne gustato l’amaro delle tristezze; ne hanno vissuto la speranza dopo aver sperimentato la potenza della tragedia; ne hanno vissuto il riso dopo aver versato le lacrime; e ne hanno vissuto il sorriso dopo aver visto la volontà rotta dalla violenza. Questi sono realmente i cristiani dell’Iraq. Volete un esempio di tutto questo?!


Ve lo mostra la chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, che vi parlerà a nome di tutti i cristiani dell’Iraq e vi darà esempi scritti col sangue dei suoi martiri. Avete sentito in che modo sono morti in questo massacro i due preti coraggiosi, Wasim Sabieh e Thaier Saad Abdal?! Sapevate che hanno difeso i fedeli e hanno cercato di salvarli offrendo la loro vita non appena i criminali hanno messo piede in chiesa?!
Lo sapevate che un padre ha protetto il suo figlioletto coprendolo totalmente con il corpo mentre erano sdraiati a terra, ed è morto con una raffica di proiettili per far soppravvivere il figlio?!

Avete sentito che gli assassini hanno ucciso una bimba di 4 mesi e un bimbo di 4 anni e una giovane che nel giono della sua morte aveva ricevuto la notizia più bella, e cioè che era incinta, e per questo era andata in chiesa per ringraziare il Signore per questo dono?!
O popoli del mondo, questi sono i cristiani dell’Iraq. Udite e testimoniate a tutti!

Quando ha sparato a Oday (il fratello) era vicino a me, e suo figlio, Adam, ha gridato “Basta! Basta!”. Eppure ha solo 3 anni, non è grande, ma continuava a dire “Basta!”, e io non potevo alzarmi ed abbracciarlo, perché il terrorista era in piedi vicino alla mia testa, ma Adam continuava a urlare. E poi prima dell'ingresso delle forze di polizia nella chiesa, erano quasi le 11 di sera, perché siamo rimasti lì per circa 5 ore, non ho più udito la voce di Adam. E mentre Oday, che era ferito ad una mano, era in mezzo a noi a terra, uno dei terroristi ha detto ad un altro: “Spara di nuovo a quell'uomo a terra. E gli ha sparato”.

E voi cristiani dell’Iraq, se la tristezza riempe le vostre anime e non vedete il futuro, guardate lassù, al Dio dei Cieli e della Terra, e ricordatevi bene di chi siete e fatelo sapere al mondo!

Che le coscienze vedano quanto ci sta accadendo, e che sentano coloro che hanno tappato gli orecchi e parlino coloro che hanno serrato le labbra e dicano che siamo noi, i cristiani dell’Iraq!

Fonte: h2onews.ord & gloria.tv