martedì 2 novembre 2010

Il dolore dei cristiani di Baghdad. I funerali dei due sacerdoti uccisi e di alcuni fedeli


Celebrati nella chiesa caldea di San Giuseppe i funerali dei due sacerdoti uccisi e di alcuni fedeli

Il dolore dei cristiani di Baghdad

Baghdad, 2 novembre. Si sono svolti oggi pomeriggio, nella chiesa caldea di San Giuseppe, nel quartiere Karrada a Baghdad, i funerali dei padri Tha'ir Saad e Boutros Wasim, e di alcune delle vittime della strage provocata dal blitz delle forze irachene intervenute domenica scorsa per liberare dai terroristi islamici la cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Poco prima un commando di Al-Qaeda, dopo aver innescato l'esplosione di un'autobomba davanti al luogo di culto, aveva fatto irruzione all'inizio della messa uccidendo subito i due sacerdoti presenti e tenendo in ostaggio numerosi fedeli. Il tragico bilancio - riferisce l'agenzia Awsat al-Iraq, che cita fonti della sicurezza - è di cinquantotto morti e settantacinque feriti, ma si teme possa aggravarsi viste le condizioni disperate di alcune delle persone ricoverate negli ospedali.

Una fonte del ministero dell'Interno - citata dalla France Presse - parla invece di quarantasei morti, soprattutto donne e bambini, e di sessanta feriti, dei quali una ventina in gravi condizioni. Nella battaglia scatenatasi dopo l'irruzione delle "teste di cuoio" irachene sono morti anche sette agenti delle forze di sicurezza e tutti e cinque i componenti del commando di Al-Qaeda. Il ministero dell'Interno ha annunciato che il presunto coordinatore dell'attacco è stato arrestato: sarebbe - riferisce l'Ansa - un uomo di origine giordana, Abu Qattada al-Hasrafy, che avrebbe già ammesso di far parte di Al-Qaeda.


"La situazione è molto tesa, c'è preoccupazione nella comunità cristiana per quanto accaduto", ha spiegato a "L'Osservatore Romano" l'arcivescovo di Baghdad dei Siri, Athanase Matti Shaba Matoka, il quale ha partecipato oggi ai funerali, assieme all'arcivescovo di Baghdad dei Caldei, cardinale Emmanuel III Delly, e all'arcivescovo di Mossul dei Siri, Basile Georges Casmoussa. Grande la commozione manifestata dai cattolici di Baghdad alle esequie. "I cristiani in Iraq oggi soffrono una enorme pressione psicologica - rivela una fonte vicina all'arcidiocesi - e i nostri cuori sono pieni di collera. Una domanda continua ad assillarci: quanto ancora dovremo sopportare questa carneficina, e perché?". Dal canto suo il vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, Shlemon Warduni, ha espresso "sconforto", affermando che in Iraq "le persone devono avere una fede talmente forte da essere pronte, come cristiani, anche alla testimonianza estrema, alla morte". Una comunità, quella cristiana, continuamente attaccata negli ultimi anni, che tuttavia resiste nonostante molti abbiano preferito abbandonare momentaneamente la loro patria.


L'attacco alla chiesa è stato rivendicato dallo "Stato islamico in Iraq", un cartello di gruppi terroristici guidati dal ramo iracheno di Al-Qaeda. "Un gruppo di mujaheddin in collera fra i fedeli di Allah - è scritto nel comunicato diffuso on line - ha effettuato un raid in uno dei rifugi osceni dell'idolatria (...) per aiutare le nostre povere sorelle musulmane prigioniere (...) in Egitto". Segue la minaccia alla Chiesa copto-ortodossa egiziana: 48 ore di tempo per liberare due donne, mogli di due sacerdoti, "detenute nei monasteri dell'infedeltà" in Egitto perché, secondo i terroristi, una di loro si è convertita all'islam e l'altra starebbe per farlo. Parole che le autorità del Cairo hanno preso molto seriamente, tanto da predisporre il rafforzamento della sicurezza per tutte le chiese del Paese. "Le minacce di Al-Qaeda non sono solo contro la Chiesa copta ma contro tutto l'Egitto", ha commentato il vescovo Morcos, presidente della commissione per l'informazione della cattedrale copta di San Marco al Cairo. "Non abbiamo paura di questa minoranza perché Dio ci protegge", ha affermato in un comunicato, aggiungendo che i copti-ortodossi non hanno chiesto un rafforzamento della sicurezza di chiese, monasteri e capi religiosi cristiani. "La Chiesa copta - ha poi sottolineato - non detiene nessuno nei suoi monasteri", smentendo dunque l'accusa mossa dallo "Stato islamico in Iraq" che due donne copte sono state sequestrate dopo avere manifestato l'intenzione di convertirsi all'islam.


Alcune fonti mettono poi in collegamento l'ultimatum alla Chiesa copto-ortodossa in Egitto con le dichiarazioni rilasciate poco più di un mese fa dal vescovo Anba Bishoy, segretario del sinodo, che in una conferenza pubblica - riferisce il sito Terrasanta.net - aveva sostenuto che un versetto del Corano sulla natura di Gesù sarebbe stato inserito nel libro sacro, dopo la morte del profeto Maometto, da un suo successore. Tali dichiarazioni avevano provocato lo sdegno della comunità musulmana egiziana, costringendo il capo della Chiesa copto-ortodossa, Shenuda III, a scusarsi nel corso di un'intervista televisiva andata in onda il 27 settembre. Secondo alcuni osservatori, nonostante la vicenda risalga ad alcuni mesi fa, l'attentato compiuto domenica da Al-Qaeda potrebbe spingere gli estremisti che si trovano in Egitto a emulare i terroristi iracheni entrando in azione. Secondo la polizia egiziana - citata dal giornale locale "al-Masri al-Youm" - Bishoy sarebbe in pericolo perché elementi vicini ad Al-Qaeda e al salafismo più estremo potrebbero attentare alla sua vita proprio in seguito alle sue affermazioni.


Ferma la condanna dell'Europa e di alcuni Paesi arabi, come la Giordania e l'Egitto. L'Italia - si legge in un comunicato del ministero degli Affari esteri - ha espresso "la forte solidarietà alle autorità irachene per l'attentato terroristico perpetrato da Al-Qaeda contro la chiesa cattolica di Baghdad e per sottolineare nuovamente la particolare importanza che da parte italiana si attribuisce al rispetto dei diritti e delle garanzie di sicurezza delle minoranze religiose in Iraq e in particolare della minoranza cristiana". Anche gli Stati Uniti condannano con forza "questo atto senza senso basato sulla violenza e sul sequestro di ostaggi da parte di terroristi legati ad Al-Qaeda che domenica ha provocato l'uccisione di tanti iracheni innocenti", ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. E il più influente dignitario sciita iracheno, l'ayatollah Ali Sistani, ha espresso il suo dolore per "l'azione criminale contro nostri fratelli cristiani", appellandosi alle istituzioni affinché mantengano la sicurezza dei cittadini.

Il Consiglio ecumenico delle Chiese si è detto "profondamente turbato dalla continua sofferenza dei cristiani in Iraq" ed esprime la sua solidarietà "a tutte le Chiese che stanno attraversando periodi bui e difficili e non cessano di testimoniare l'amore e la pace di Dio in Gesù Cristo anche in mezzo all'odio e all'aggressività".

E sul portale dell'ebraismo italiano la storica Anna Foa manifesta preoccupazione per "una strategia terrorista anticristiana che ha già causato molto sangue", invitando gli ebrei "a esprimere la loro vicinanza a quanti piangono oggi l'efferata uccisione di esseri umani colpevoli di professare la loro religione e di essersi riuniti in preghiera".

Infine, la Francia, in una nota del ministro dell'Immigrazione Eric Besson, si è detta pronta ad accogliere centocinquanta cristiani iracheni, a partire dalle "persone ferite nell'attentato e le loro famiglie".

(©L'Osservatore Romano - 2-3 novembre 2010)