Il Pontefice al patriarca ecumenico Bartolomeo per la festa di sant'Andrea
Dobbiamo progredire nel cammino
verso la piena comunione
Il cardinale Kurt Koch guida per la prima volta la delegazione della Santa Sede per la festa di sant'Andrea, patrono del Patriarcato ecumenico, nel quadro dell'annuale scambio di delegazioni per le rispettive feste dei santi patroni. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani è accompagnato dal segretario del dicastero, il vescovo Brian Farrell, e dal reverendo Andrea Palmieri, officiale. A Istanbul si è unito alla delegazione della Santa Sede il nunzio apostolico in Turchia, l'arcivescovo Antonio Lucibello. La delegazione ha preso parte alla solenne divina liturgia, presieduta da Bartolomeo nella chiesa patriarcale del Fanar, e ha avuto un incontro con il patriarca e con la commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica. Il cardinale Koch ha consegnato al patriarca ecumenico un messaggio autografo del Papa, di cui ha dato pubblica lettura, accompagnato da un dono. Del messaggio pubblichiamo di seguito il testo in italiano.
A SUA SANTITÀ BARTOLOMEO I,
PATRIARCA ECUMENICO,
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI S. ANDREA
A Sua Santità Bartolomeo I
Arcivescovo di Costantinopoli
Patriarca Ecumenico
È con grande gioia che in occasione della Festa di Sant’Andrea Apostolo, fratello di San Pietro e Patrono del Patriarcato Ecumenico, Le rivolgo questo scritto, affidato al Venerato Fratello il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per augurare a Vostra Santità, ai membri del Santo Sinodo, al clero, ai monaci e a tutti i fedeli abbondanza di doni celesti e di benedizioni divine.
In questo gioioso giorno di festa, insieme a tutti i fratelli e sorelle cattolici, mi unisco a Lei nel rendimento di grazie a Dio per le meraviglie che egli ha compiuto, nella sua infinita misericordia, attraverso la vita ed il martirio di Sant’Andrea. Gli Apostoli, offrendo generosamente la loro vita in sacrificio per il Signore e per i loro fratelli, hanno dato testimonianza alla Buona Novella da essi proclamata sino ai confini del mondo allora conosciuto. La Festa dell’Apostolo, che cade in questo stesso giorno nei calendari liturgici dell’Oriente e dell’Occidente, rappresenta, per tutti coloro che per la grazia di Dio e il dono del Battesimo hanno accettato il messaggio di salvezza, un forte invito a rinnovare la propria fedeltà all’insegnamento degli Apostoli e a divenire annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita.
In questo nostro tempo, tale invito è urgente come non mai e interpella tutti i cristiani. In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà, siamo chiamati a proclamare con rinnovata convinzione la verità del Vangelo e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne di oggi.
Per poter riuscire in questo grande compito, dobbiamo continuare a progredire sul cammino verso la piena comunione, mostrando di avere già unito i nostri sforzi per una comune testimonianza al Vangelo di fronte agli uomini del nostro tempo. Per questa ragione vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a Vostra Santità e al Patriarcato Ecumenico per la generosa ospitalità offerta lo scorso ottobre sull’isola di Rodi ai Delegati delle Conferenze Episcopali d’Europa, che si sono riuniti con rappresentati delle Chiese Ortodosse d’Europa per il II Forum cattolico-ortodosso sul tema “Rapporti Chiesa – Stato: prospettive teologiche e storiche”.
Santità, seguo con attenzione i Suoi saggi sforzi per il bene dell’Ortodossia e per la promozione dei valori cristiani in molti contesti internazionali. AssicurandoLe, in questa Festa di Sant’Andrea Apostolo, il ricordo nelle mie preghiere, rinnovo l’augurio di pace, salute e di abbondanti benedizioni spirituali su di Lei e su tutti i fedeli.
Con sentimenti di stima e di vicinanza spirituale, scambio con Lei il fraterno abbraccio nel nome del nostro unico Signore Gesù Cristo.
Dal Vaticano, 30 novembre 2010
BENEDETTO XVI
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