sabato 6 novembre 2010

Viaggio Apostolico in Spagna - Possibile in Europa l'incontro tra fede e laicità


Iniziato da Santiago de Compostela il secondo viaggio di Benedetto XVI in Spagna

Possibile in Europa l'incontro tra fede e laicità

Verità sull'uomo, libertà rispettosa, giustizia per tutti a cominciare dai più poveri: il Papa indica alla Spagna e all'Europa le coordinate su cui edificare il presente e progettare il futuro. Da Santiago de Compostela, dove è giunto sabato mattina, 6 novembre, Benedetto XVI rilancia la sua convinzione che l'uomo europeo non debba chiudersi nell'orizzonte ristretto del contingente ma aprirsi alla trascendenza, preoccupandosi delle necessità materiali, di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose. Perché - dice al suo arrivo nel capoluogo galiziano - "tutte queste sono esigenze autentiche dell'uomo" e solo in questo modo "si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene".

Così il Papa entra subito nel vivo di un viaggio che egli stesso si incarica di spiegare e di motivare ai giornalisti in volo verso la Spagna. Si tratta di un cammino - rivela - alla ricerca della fede, per ritrovare in essa il senso della bellezza espresso nella sua forma più alta dall'arte. Un itinerario che dimostra la possibilità per la fede stessa di entrare in contatto con il mondo di oggi. "Essere in cammino - confida - è iscritto nella mia biografia".

Nelle risposte alle domande poste a nome dei cronisti dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi, il Pontefice anticipa le tematiche delle due fitte giornate in terra spagnola: il senso del pellegrinaggio; il significato della consacrazione della basilica della Sagrada Familia, capolavoro di Antoni Gaudí; le difficoltà che attraversa l'istituzione familiare; l'efficacia del binomio fede e cultura; la nuova evangelizzazione dell'Europa.


In particolare Benedetto XVI indica nell'esperienza del pellegrinaggio il paradigma della vita dell'uomo alla continua ricerca di Dio. Essere pellegrino - afferma - è l'essenza della nostra fede. In questa prospettiva, l'itinerario compostelano è significativo perché ricorda i passi delle moltitudini di fedeli che hanno diffuso la fede cristiana in Europa e, in un certo senso, l'hanno profondamente rinnovata. Così anche oggi - aggiunge il Papa - si avverte il bisogno di ritrovarsi, di camminare insieme per riscoprire Dio e rinnovare il vecchio continente.

Della necessità di "segni" per il nostro tempo il Pontefice parla riferendosi in particolare alla consacrazione della Sagrada Familia a Barcellona. E ricorda che tra i motivi ispiratori del genio di Gaudí c'era la volontà di operare una sintesi fra continuità e novità, fra tradizione e creatività. Il grande architetto catalano - sottolinea - ha avuto il coraggio di inserirsi nella tradizione artistica delle grandi cattedrali e di tradurla in splendida novità, racchiudendo nella sua opera natura, Scrittura e liturgia. In questo processo di rinnovamento nella continuità si inserisce anche la famiglia, che oggi - riconosce il Papa - ha bisogno di essere rinnovata nella fedeltà alla sua essenza di cellula fondamentale della società. Proprio per il suo ruolo specifico, essa rappresenta il nucleo fondamentale intorno al quale ricostruire una convivenza civile dove non ci sia spazio per contrapposizioni artificiose tra religione e società. Per il futuro dell'uomo - si dice certo Benedetto XVI - occorre un incontro e non uno scontro tra fede e laicità, anche laddove le spinte della secolarizzazione si avvertono in forme più aggressive.

Una persuasione, questa, ribadita successivamente durante la visita alla cattedrale compostelana. La Chiesa - assicura il Papa - "desidera servire con tutte le sue forze la persona umana e la sua dignità", consapevole che la verità è la condizione per un'autentica libertà. Servire i fratelli infatti - ribadisce nel pomeriggio celebrando la messa nella piazza dell'Obradoiro - non è per il cristiano una semplice opzione ma una parte essenziale del proprio essere. Da qui l'appello all'Europa perché sia capace di aprirsi alla trascendenza e alla fraternità: solo avendo cura di Dio, infatti, si può anche avere cura dell'uomo.

(©L'Osservatore Romano - 7 novembre 2010)