lunedì 24 gennaio 2011

Benedetto XVI alla Delegazione della Chiesa Evangelica Luterana Tedesca (24 gennaio 2011)


L'udienza del Pontefice a una delegazione della Chiesa unita evangelica luterana di Germania

Una testimonianza comune su vita, famiglia e matrimonio


La speranza che i temi riguardanti la vita dell'uomo non facciano nascere "nuove differenze confessionali" è stata espressa dal Papa nel discorso alla delegazione della Chiesa unita evangelica luterana di Germania, ricevuta lunedì mattina, 24 gennaio 2011

DISCORSO DI BENEDETTO XVI

Vescovo regionale Friedrich!
Cari amici della Germania!

Porgo un cordiale benvenuto a tutti voi, rappresentanti dei vertici della Chiesa Unita Evangelica Luterana Tedesca qui nel Palazzo Apostolico e mi rallegro per il fatto che voi, come delegazione, siete venuti a Roma a conclusione della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. In questo modo mostrate anche che tutto il nostro anelito all'unità può recare frutti soltanto se radicato nella preghiera comune. In particolare, vorrei ringraziare Lei, caro Vescovo regionale, per le sue parole che, con grande sincerità, esprimono gli sforzi comuni per un'unità più profonda fra tutti i cristiani.

Nel frattempo, il dialogo ufficiale fra luterani e cattolici - così è scritto qui - può guardare indietro a più di cinquant'anni di intensa attività. Lei ha parlato di trent'anni. Penso che trent'anni fa, dopo la visita del Papa, abbiamo iniziato ufficialmente ma di fatto era già da molto tempo che dialogavamo. Io stesso sono stato membro del "Jaeger-Stählin-Kreis" nato direttamente dopo la guerra. Si può quindi parlare sia di cinquanta sia di trent'anni. Nonostante le differenze teologiche che continuano a esistere su questioni in parte fondamentali, è cresciuto un "insieme" fra noi, che diviene sempre più la base di una comunione vissuta nella fede e nella spiritualità fra luterani e cattolici. Quanto già raggiunto rafforza la nostra fiducia nel proseguire il dialogo perché soltanto così possiamo rimanere insieme lungo quella via che in definitiva è Gesù Cristo stesso.

Quindi, l'impegno della Chiesa cattolica per l'ecumenismo, come ha affermato il mio venerato predecessore Papa Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Ut unum sint, non è una mera strategia di comunicazione in un mondo che muta, ma un impegno fondamentale della Chiesa a partire dalla propria missione (cfr. Nm 28-32).

A qualche contemporaneo la meta comune dell'unità piena e visibile dei cristiani oggi sembra essere di nuovo più lontana. Gli interlocutori ecumenici portano nel dialogo idee sull'unità della Chiesa completamente diverse. Condivido la preoccupazione di molti cristiani per il fatto che i frutti dell'opera ecumenica, soprattutto in relazione all'idea di Chiesa e di ministero, non vengono ancora recepiti a sufficienza dagli interlocutori ecumenici. Tuttavia, anche se sorgono sempre nuove difficoltà, guardiamo con speranza al futuro. Anche se le divisioni dei cristiani sono un ostacolo nel modellare pienamente la cattolicità nella realtà della vita della Chiesa, come le è stato promesso in Cristo e attraverso Cristo (cfr. Unitatis redintegratio, n. 4) , confidiamo nel fatto che, sotto la guida dello Spirito Santo, il dialogo ecumenico, quale strumento importante nella vita della Chiesa, serva a superare questo conflitto. Ciò avverrà, in primo luogo, anche attraverso il dialogo teologico, che deve contribuire a un'intesa sulle questioni aperte, che sono un ostacolo lungo il cammino verso l'unità visibile e la celebrazione comune dell'Eucaristia come sacramento dell'unità fra i cristiani.

Fa piacere affermare che accanto al dialogo luterano cattolico internazionale sul tema "Battesimo e la crescente comunione ecclesiale", anche in Germania dal 2009 una commissione bilaterale di dialogo della Conferenza Episcopale e della Chiesa evangelica luterana tedesca ha ripreso la sua attività sul tema: "Dio e la dignità dell'uomo". Questo ambito tematico comprende in particolare anche i problemi sorti di recente in relazione alla tutela e alla dignità della vita umana, così come le questioni urgenti della famiglia, il matrimonio e la sessualità, che non possono essere taciute o trascurate solo per non mettere a repentaglio il consenso ecumenico raggiunto finora. Auspichiamo che in queste importanti questioni relative alla vita non nascano nuove differenze confessionali ma che insieme possiamo rendere testimonianza al mondo e agli uomini di ciò che il Signore ci ha mostrato e ci mostra.

Oggi il dialogo ecumenico non può più essere scisso dalla realtà e dalla vita nella fede nelle nostre Chiese senza recare loro danno. Quindi volgiamo insieme il nostro sguardo all'anno 2017, che ci ricorda l'affissione delle tesi di Martin Lutero sulle indulgenze cinquecento anni fa. In quell'occasione luterani e cattolici avranno l'opportunità di celebrare in tutto il mondo una comune commemorazione ecumenica, di lottare a livello mondiale per le questioni fondamentali, non - come lei stesso ha appena detto - sotto forma di una celebrazione trionfalistica, ma come un professione comune della nostra fede nel Dio Uno e Trino, nell'obbedienza comune a Nostro Signore e alla sua Parola. Dobbiamo attribuire un posto importante alla preghiera comune e alla preghiera interiore rivolte a nostro Signore Gesù Cristo per il perdono dei torti reciproci e per la colpa relativa alle divisioni. Di questa purificazione della coscienza fa parte lo scambio reciproco sulla valutazione dei 1500 anni che hanno preceduto la Riforma e che perciò sono a noi comuni. Per questo desideriamo implorare insieme, in modo costante, l'aiuto di Dio e l'assistenza dello Spirito Santo, per poter compiere passi ulteriori verso l'unità agognata e non rimanere fermi ai risultati ottenuti.

Lungo questo cammino ci incoraggia anche la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani di quest'anno. Ci ricorda il capitolo degli Atti degli Apostoli: "Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere" (At, 2, 42). In questi quattro atti e comportamenti i primi cristiani erano costanti, e quindi la comunità cresceva con Cristo e da essa scaturiva questo "insieme" degli uomini in Cristo. Questa testimonianza, straordinaria e visibile al mondo, dell'unità della Chiesa primitiva potrebbe essere anche per noi sprone e norma per il nostro cammino ecumenico comune nel futuro.

Nella speranza che la vostra visita rafforzi ulteriormente la valida collaborazione fra luterani e cattolici in Germania, imploro per voi tutti la grazia di Dio e le sue abbondanti benedizioni.

(©L'Osservatore Romano - 24-25 gennaio 2011)