mercoledì 19 gennaio 2011

Il successo di "Licht der Welt" rivela molte cose. (Silvia Guidi)


A colloquio con don Giuseppe Costa

Con la profondità
di Romano Guardini

Il successo di "Licht der Welt" rivela molte cose

di Silvia Guidi

Due mesi fa, il 20 novembre, le anticipazioni di Licht der Welt facevano il giro del mondo. "Tanti lettori, anche molti non cristiani, hanno sentito il bisogno di ringraziare, dopo aver finito di leggere il libro" spiega a "L'Osservatore Romano" don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, interrogandosi sulle ragioni del successo del libro intervista di Peter Seewald al Papa un successo non solo quantitativo - con cifre reali davvero considerevoli: due edizioni e una ristampa in meno di due mesi, quattordici accordi con altrettante case editrici e trattative in corso per pubblicare le traduzioni in altre undici lingue - ma anche qualitativo, nella capacità di raggiungere e affascinare il lettore con un tono semplice, diretto e colloquiale. Che non rinuncia però a essere audacemente anticonformista nel senso pieno del termine e non viene a patti con lo Zeitgeist (lo "spirito del tempo"); "che cosa vuol dire infatti essere al passo con i tempi - scriveva provocatoriamente qualche giorno fa lo scrittore napoletano Ruggero Guarini - se non essere, sic et simpliciter, dei perfetti conformisti? Nella Russia staliniana voleva dire approvare i gulag, nella Germania nazista i lager; se un uomo è abitato da un desiderio vero, ha in sé qualcosa che tende sempre a resistere o a contrapporsi allo spirito del tempo".

I risultati delle vendite del libro sono sorprendenti, ma non c'è il tempo per fermarsi a fare bilanci; a breve è prevista l'uscita della seconda parte del Gesù di Nazaret. A che punto è il lavoro?

Ho appena spedito stamattina il testo ai vari editori, l'obiettivo è presentarlo nel marzo prossimo; finora, nei rapporti con gli altri editori, sono stati conclusi venti accordi, e altri cinque sono in fieri.

Il testo di Licht der Welt è nato dalla sbobinatura di venti ore di conversazione; Peter Seewald ha posto al Papa domande su ogni aspetto della vita, con che criterio è stato selezionato e ordinato il materiale?

Le domande del libro non sono un centinaio, come avevamo deciso in un primo momento, ma il doppio; la lettura scorre rapida e non c'è stato bisogno di accorciare molto il testo. Come è stato detto spesso durante le presentazioni che si sono svolte in Italia, è un libro in cui non colpiscono solo le risposte del Papa ma le domande che lui stesso pone al Signore. Il "cosa potrei dire?" avanzato in occasione della prima benedizione da successore di Pietro ma anche gli interrogativi sulla realtà odierna: "Come venire a capo di un mondo in cui il progresso diviene un pericolo?"; così come domande sulla Chiesa e su se stesso.


Lo stile stesso delle risposte suggerisce un cambiamento di metodo alla nostra epoca che fonda tutto sull'autonomia, l'"autostima", l'"autodeterminazione"; concepire se stessi come rapporto con Dio è forse il vero leitmotiv del libro.

Le pagine più belle, a mio parere, sono proprio le risposte in cui il Papa ci rivela il suo rapporto personale con Dio, con la pacatezza e la profondità di un Romano Guardini, ma il libro non trascura temi importanti dell'attualità, come il rapporto tra l'uomo e il creato, o la situazione attuale della Chiesa. E quando vengono messi in risalto i problemi è sempre in vista di una ulteriore crescita. Insomma, è la critica di un credente che ha a cuore il bene dei suoi fratelli uomini; anche quando si condanna qualcosa è sempre per la vita del peccatore, questo è un aspetto che si può cogliere molto bene all'interno del testo.

La forma del libro-intervista ha sicuramento favorito la diffusione del volume e un accostamento più familiare a temi "alti" altrimenti sentiti come poco accessibili all'uomo della strada.

Anche le vendite in questo senso fanno capire molte cose: tra gli acquirenti ci sono tanti figli che hanno regalato il libro ai genitori, e viceversa, molte persone lo hanno acquistato in più copie per regalarlo a parenti e amici. In questo volume emerge il volto umano di un pontefice di cui spesso si sottolinea la riservatezza; a questa si affianca la straordinaria libertà di Benedetto XVI, che non si tira indietro davanti a nessuna domanda. Licht der Welt viene apprezzato perché nella sua ampia prospettiva tocca vari aspetti della vita del cristiano, fino a diventare un vero e proprio itinerario spirituale; è questo che lo rende un libro al di fuori delle stagioni e ne farà un longseller. E l'immediatezza del linguaggio nelle risposte traspare anche dalla traduzione italiana.

L'attenzione della stampa non è mancata, ma non sempre è stata gradita.

Gli annunci e le anteprime sono stati utili perché hanno contribuito ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sul libro; poi alcuni, come sempre succede, hanno voluto enfatizzare una parte minima dell'intero messaggio del volume. Ma questo molti lettori l'hanno capito, tanto è vero che Licht der Welt è presto stato apprezzato nella sua interezza. Dopo le numerosissime recensioni, i programmi televisivi e radiofonici, i dibattiti, continuiamo ad avere richieste di presentazioni in tutta Italia.

Come è stato recepito Licht der Welt dai non cristiani?

Tendenzialmente molto bene; mi ha colpito particolarmente la lettera di ringraziamento di uno scrittore ebreo di Milano, commosso dalla chiarezza e dalla semplicità delle risposte del Papa.

(©L'Osservatore Romano - 20 gennaio 2011)